sabato 18 dicembre 2010

Associazione Radicali Catania: esito dell'Assemblea annuale degli iscritti




MOZIONE GENERALE

L'associazione Radicali Catania, riunita in Assemblea ordinaria il 17 dicembre 2010:

  1. ritiene necessario che il paese avvii una stagione - troppo a lungo rimandata - di riforme liberali su economia, giustizia e diritti civili, e individua nella lotta nonviolenta di liberazione dal regime partitocratico la premessa indispensabile per conseguire questo obiettivo, per conquistare condizioni di democrazia e per ripristinare lo Stato di diritto nel nostro paese;
  2. esprime sconcerto per l'irresponsabile inerzia del Governo e del Parlamento di fronte alle violazioni di legge che riguardano la detenzione negli istituti di pena, e sottolinea la necessità e l'urgenza di ripristinare condizioni di rispetto dei diritti umani fondamentali delle persone ristrette;
  3. individua nella legalizzazione delle droghe, a partire dai derivati della cannabis, la condizione indispensabile per contrastare in maniera efficace la criminalità mafiosa, la cui potenza economica si fonda, in larga misura, sulla vendita di sostanze vietate;
  4. sottolinea la necessità di pervenire ad un completo superamento delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale, e individua come centrale la battaglia per garantire alle coppie dello stesso sesso il diritto di accedere al matrimonio civile e all'adozione di minori;
  5. saluta con soddisfazione l'approvazione del regolamento sugli istituti di partecipazione da parte del Consiglio comunale di Catania, a cui chiede di compiere un passo ulteriore nella direzione della trasparenza e della democrazia diretta, istituendo una anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati;
  6. dà mandato agli organi dirigenti di predisporre le iniziative opportune per supportare gli obiettivi di cui sopra, e conferma la quota associativa annuale minima in € 25,00.

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Gianmarco Ciccarelli e Luigi Pappalardo sono stati eletti, rispettivamente, segretario e tesoriere dell'associazione. Antonio Licciardello è stato nominato responsabile organizzativo.

mercoledì 10 novembre 2010

Presentazione del libro "Leone bianco leone nero" di Giuseppe Nicosia



Presentazione del libro di Giuseppe Nicosia "Leone bianco leone nero". Interverrà la deputata radicale Rita Bernardini

Venerdì 12 novembre a Catania, alle 18.00 presso la libreria Mondadori di Corso Sicilia 23, verrà presentato il libro Leone bianco leone nero, un diario scritto da dietro le sbarre da Giuseppe Nicosia, arrestato per aver coltivato marijuana.

Introdurrà Gianmarco Ciccarelli, segretario dell'associazione Radicali Catania. Insieme all'autore, interverrà Rita Bernardini, deputata radicale e membro della Commissione Giustizia della Camera.

Il proibizionismo sulla cannabis e la detenzione in carcere sono i fili conduttori del libro di Nicosia. L'incontro, aperto a tutti, sarà l'occasione per fare il punto sui risultati fallimentari delle attuali politiche sulle droghe e sulla drammatica situazione in cui versano gli istituti di pena nel nostro paese.


domenica 7 novembre 2010

Prosegue l'iniziativa antiproibizionista. Venerdì a Catania Rita Bernardini presenta il libro di Giuseppe Nicosia



Comunicato dell'associazione Radicali Catania

Catania, 7 novembre 2010

Cannabis: legalizziamola contro le mafie. Prosegue l'iniziativa antiproibizionista. Venerdì a Catania Rita Bernardini presenta il libro di Giuseppe Nicosia.

Prosegue l'iniziativa "Cannabis: legalizziamola, contro le mafie", promossa dall'associazione Radicali Catania per informare i cittadini sulla possibile, e sempre più necessaria, alternativa alle attuali devastanti politiche in materia di droghe.

Lunedì 8 novembre, dalle 12.00 alle 14.00, avrà luogo un volantinaggio davanti al liceo classico Cutelli. Martedì 9 davanti al liceo scientifico Boggio Lera.

Venerdì 12 novembre alle 18.00 presso la libreria Mondadori (Corso Sicilia, 23) verrà presentato il libro Leone bianco leone nero, un diario scritto da dietro le sbarre da Giuseppe Nicosia, arrestato per aver coltivato marijuana. Insieme all'autore interverrà Rita Bernardini, deputata radicale e membro della Commissione Giustizia della Camera.


giovedì 4 novembre 2010

Cannabis: legalizziamola, contro le mafie. Domani gazebo radicale antiproibizionista



Comunicato dell'associazione Radicali Catania

Catania, 4 novembre 2010

Cannabis: legalizziamola, contro le mafie. Domani gazebo radicale antiproibizionista in via Etnea

Prosegue l'iniziativa "Cannabis: legalizziamola, contro le mafie", promossa dall'associazione Radicali Catania. Venerdì 5 novembre, dalle 16.00 alle 20.30, verrà allestito un gazebo in via Etnea (di fronte la villa Bellini), per denunciare i risultati fallimentari delle politiche proibizioniste sulle droghe e informare i cittadini sulla possibile, e sempre più necessaria, alternativa della legalizzazione e della regolamentazione.

Il traffico di sostanze vietate costituisce la principale fonte di arricchimento per le mafie: solo dal traffico di marijuana e hashish ogni anno in Italia entrano nelle casse della malavita organizzata 10 miliardi di euro. E' illusorio pensare di poter contrastare efficacemente la criminalità mafiosa senza indebolire in modo incisivo la sua potenza economica.

E questo è soltanto uno fra gli aspetti devastanti delle attuali politiche sulle droghe. Il proibizionismo ha enormi costi umani, civili, sociali ed economici, mentre i benefici sono pressocché nulli.

Legalizzare la cannabis è un obiettivo ragionevole, e sarebbe davvero ora di aprire in Italia un dibattito serio intorno a questa prospettiva, a partire dalla depenalizzazione della coltivazione domestica per uso personale.

Venerdì 12 novembre a Catania, alle 18.00 presso la libreria Mondadori di Corso Sicilia, verrà presentato il libro Leone bianco leone nero, un diario scritto da dietro le sbarre da Giuseppe Nicosia, arrestato per aver coltivato marijuana. Insieme all'autore interverrà Rita Bernardini, deputata radicale e membro della Commissione Giustizia della Camera.

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martedì 26 ottobre 2010

Il Consiglio comunale di Catania ha approvato il regolamento sugli istituti di partecipazione dei cittadini



Comunicato dell'associazione Radicali Catania

Catania, 26 ottobre 2010

Il Consiglio comunale di Catania ha approvato il regolamento sugli istituti di partecipazione. Sanata una grave ferita aperta da 15 anni. Ora i cittadini hanno gli strumenti per fare sentire la propria voce.

Ieri sera il Consiglio comunale di Catania ha approvato all'unanimità il regolamento sugli istituti di partecipazione.

Finalmente, a distanza di 15 anni, i cittadini di Catania possono esercitare quei diritti di partecipazione previsti dallo Statuto comunale del 1995. E' stata sanata, così, una gravissima ferita alla legalità statutaria e alla vita democratica della città. Ora i catanesi hanno gli strumenti per fare sentire la propria voce: possono rivolgere un'istanza all'amministrazione, presentare una delibera di iniziativa popolare, promuovere una petizione popolare o un referendum.

Dopo anni di impegno e di lotta per il raggiungimento di questo obiettivo, non possiamo che essere pienamente soddisfatti. Un ringraziamento va al capogruppo del Pd Saro D'Agata e agli esponenti del comitato "Noi Decidiamo", che hanno svolto un ruolo fortemente propulsivo in questa vicenda.

L'approvazione del regolamento sugli istituti di partecipazione rappresenta una prima, importante, conquista di spazi democratici troppo a lungo negati. Agli amministratori comunali adesso chiediamo di fare un passo ulteriore nella direzione della trasparenza e del controllo: approvare una Anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati, per consentire ai cittadini di verificare come vengono spesi i soldi pubblici e di conoscere l'operato e la situazione patrimoniale di chi ricopre incarichi pubblici.

domenica 24 ottobre 2010

Regolamento sugli istituti di partecipazione finalmente all'esame del Consiglio comunale



Comunicato dell'associazione Radicali Catania

Catania, 24 ottobre 2010

Regolamento sugli istituti di partecipazione all'esame del Consiglio comunale. Meglio tardi che mai. Ai cittadini di Catania negati da 15 anni gli strumenti di democrazia diretta espressamente previsti dallo Statuto. Ora è importante chiudere presto una dolorosa ferita alla vita democratica della città.

Domani, finalmente, il Consiglio comunale di Catania è convocato per esaminare la proposta di regolamento sugli istituti di partecipazione.

Meglio tardi che mai.

Da 15 anni ai cittadini di Catania sono negati fondamentali diritti di partecipazione espressamente previsti nel titolo IV dello Statuto del 1995, e ciò a causa dell'inerzia del Consiglio comunale che non si è mai preoccupato di approvare il regolamento di attuazione.

La democrazia diretta e il rispetto delle regole non sono un optional. Consentire ai cittadini la possibilità di rivolgere istanze, presentare proposte di atti di iniziativa popolare, promuovere petizioni e referendum, significa rientrare nella legalità statutaria e ristabilire un corretto rapporto fra la città e l'ente comunale.

Ora è importante che il Consiglio comunale chiuda al più presto questa dolorosa ferita alla vita democratica della città e approvi il regolamento sugli istituti di partecipazione senza ulteriori tentennamenti.

In questi anni abbiamo sollecitato l'approvazione del regolamento in più occasioni: domani seguiremo la seduta del Consiglio comunale con attenzione e speranza, e invitiamo i cittadini di Catania ad essere presenti alle 19.00 nell'aula consiliare di Palazzo degli Elefanti.

giovedì 21 ottobre 2010

Proibizionismo, le mafie ringraziano. Il traffico di droghe è la fonte principale di arricchimento per le mafie




Comunicato dell'associazione Radicali Catania

Catania, 21 ottobre 2010


Proibizionismo, le mafie ringraziano. Il traffico di droghe è la fonte principale di arricchimento per le mafie. Prosegue la mobilitazione antiproibizionista per la legalità e la legalizzazione.

Prosegue l'iniziativa "Cannabis: legalizziamola, contro le mafie" promossa dall'associazione Radicali Catania per denunciare i risultati fallimentari delle politiche proibizioniste sulle droghe e informare i cittadini sulla possibile, e sempre più necessaria, alternativa della legalizzazione e della regolamentazione.

Venerdì 22 ottobre, a partire dalle 21.00, effettueremo un volantinaggio itinerante per le vie del centro storico, per sottolineare - fra gli aspetti più devastanti delle attuali politiche sulle droghe - gli immensi guadagni che ogni giorno il proibizionismo assicura alle mafie, monopoliste di fatto della vendita di sostanze vietate.

Il traffico di droghe, infatti, rappresenta di gran lunga il principale introito per le casse della malavita organizzata: 60 miliardi di euro ogni anno, secondo una recente stima di Confesercenti. Fiumi di denaro capaci di inquinare in maniera difficilmente reversibile l'economia legale e di corrompere la politica e le istituzioni.

E' illusorio pensare di poter contrastare efficacemente la criminalità mafiosa senza indebolire in modo incisivo la sua potenza economica. Legalizzare la cannabis è un obiettivo ragionevole, e sarebbe davvero ora di aprire anche in Italia un dibattito serio intorno a questa prospettiva. Depenalizzare la coltivazione domestica per uso personale potrebbe e dovrebbe essere un primo passo per ridurre i guadagni delle mafie e invertire la rotta in materia di politica sulle droghe.

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domenica 17 ottobre 2010

Cannabis: legalizziamola, contro le mafie. Prosegue la mobilitazione antiproibizionista


immagine tratta da un manifesto radicale del 1993

Comunicato dell'associazione Radicali Catania

Catania, 17 ottobre 2010


Cannabis: legalizziamola, contro le mafie. Prosegue la mobilitazione antiproibizionista.

Prosegue l'iniziativa dell'associazione Radicali Catania per denunciare i risultati fallimentari delle politiche proibizioniste sulle droghe e informare i cittadini sulle lotte radicali per la legalità e la legalizzazione.

Domani, lunedì 18 ottobre, a partire dalle 12.00, avrà luogo un volantinaggio davanti la facoltà di Scienze politiche. Mercoledì sera, invece, verrà effettuato un volantinaggio itinerante per le strade del centro storico, con partenza alle 22.00 dalla Scalinata Alessi.

Fra gli effetti più devastanti delle attuali politiche sulle droghe, vogliamo sottolineare gli immensi guadagni che il proibizionismo assicura alle mafie, monopoliste di fatto della vendita di sostanze vietate. Depenalizzare la coltivazione domestica di cannabis rappresenterebbe un primo passo per invertire la rotta e ridurre i fiumi di denaro che ogni giorno entrano nelle casse della malavita.

La mobilitazione andrà avanti almeno fino al prossimo 12 novembre, quando verrà presentato a Catania (alle 18.00 presso la libreria Mondadori di corso Sicilia) il libro Leone bianco leone nero, un diario scritto da dietro le sbarre da Giuseppe Nicosia, arrestato per aver coltivato marijuana; all'incontro parteciperà Rita Bernardini, deputata radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera.

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venerdì 15 ottobre 2010

Emergenza sanitaria al carcere di Messina, nuova interrogazione di Rita Bernardini dopo la lettera di un detenuto



INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA (presentatrice: on. Rita Bernardini)

Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Al Ministro della Giustizia
Al Ministro della Salute

Per sapere, premesso che:
la firmataria del presente atto è presentatrice dell'atto di sindacato ispettivo 4-08158, pubblicato lunedì 26 luglio 2010 in occasione della seduta della Camera n.358;
l'interrogazione a risposta scritta faceva riferimento alla drammatica situazione - dal punto di vista strutturale, funzionale, igienico e sanitario - del carcere Gazzi di Messina;
i fatti descritti a seguito della visita ispettiva effettuata il 17 luglio 2010 erano così gravi che l'interrogante trasmetteva il testo della suddetta interrogazione alla Procura della Repubblica di Messina;
come sempre accade in questa legislatura, nessuna risposta è giunta alla presentatrice e agli altri firmatari dell'interrogazione da parte dei ministri interrogati;
in data 13 ottobre 2010 la firmataria del presente atto riceveva dal sen. Salvo Fleres, garante per i detenuti della Regione Sicilia, una lettera a lei indirizzata proveniente proprio dalla Casa Circondariale Gazzi, lettera il cui testo si riporta integralmente:

“Egregia on. Bernardini Rita, chi vi scrive è un detenuto del carcere di Gazzi che tra l’altro ho avuto il piacere di conoscerla quando ero al così detto ma non di fatto “reparto sosta”. Come prima cosa le chiedo di accettare le mie scuse per non firmare con il mio giusto nome e cognome questo mio scritto, le ragioni sono perché non vorrei che l’amministrazione carceraria prendesse dei provvedimenti sulla mia persona! Perché per quanto può essere ingiusto la nostra posta viene aperta o addirittura non recapitata. Preferirei essere chiamato con un nome di fantasia “Felipe”.
All’epoca della sua visita in questo istituto durante il nostro colloquio le esponevo alcuni fatti gravosi che dovevamo subire: fra cui il sovraffollamento delle celle di cui se si ricorda dovevamo convivere in 13 in una cella che ne doveva ospitare soltanto 4 persone, oltre le persone, dovevamo convivere con i topi per non parlare delle condizioni sgradevoli igienico sanitari, inoltre dovevamo convivere con persone con gravi patologie.
Oggi le scrivo per fargli presente che la maggior parte di noi dopo nove mesi e più abbiamo avuto la possibilità si salire al “reparto camerotti”. Devo dire che siamo passati dalla stalle alle stelle, qui abbiamo un bagno dignitoso, un reparto a prima vista pulito e la possibilità di frequentare alcuni corsi messi a disposizione da questo istituto. Ma per quanto riguarda la capienza dei detenuti in una cella devo dire che è peggiorata perché in un cubicolo di due persone ne siamo sei. Lascio immaginare a lei come si può vivere dignitosamente in sei metri quadri.
Il vero motivo che mi preoccupa e mi angoscia e devo dire che non sono l’unico detenuto ad essere preoccupato ma siamo seriamente preoccupati tutti i detenuti di ogni reparto. Il motivo di questa nostra preoccupazione è dovuto al fatto che questi bravi dottori che operano all’interno dell’istituto e un ringraziamento va al direttore di questo carcere per averci dato la possibilità di convivere con persone affette da malattie gravi come l’aids, e cosa molto più grave, con malati di tubercolosi.
Le faccio presente che malgrado le nostre giuste preoccupazioni e la nostra disponibilità nel farci fare le analisi del sangue ci viene negato questo nostro diritto assicurandoci solo con fandonie che non c’è nulla di preoccupante. A suo dire basta un colpo d’occhio alle visite mediche per capire se qualcuno ha contratto qualche malattia. Per intanto non capisco perché il detenuto R.G. presumibilmente affetto da tubercolosi sia stato trasferito e isolato al reparto del centro clinico? E i 5 compagni di stanza vengono muniti di mascherina, e viene vietato a loro qualsiasi attività comune, tipo l’aria la fanno da soli, i colloqui non li possono fare, ecc. ecc. Per tanto noi tutti percepiamo la presenza di qualcosa di grave preoccupandoci per la nostra salute e quella dei nostri famigliari che ci vengono a trovare!
Per tanto vi chiedo nuovamente di poter avviare un’indagine su tutta questa storia prima che la situazione possa seriamente degenerare con conseguenze molto più gravi e disastrose per tutti noi e i nostri famigliari. Concludo con il dirvi che se l’amministrazione carceraria non prenderà subito provvedimenti noi detenuti saremo costretti a manifestare una rivolta! Preciso che non si può scherzare con le nostre vite e quelle delle nostre famiglie. Fiducioso in un vostro intervento ringrazio anticipatamente”.

A fronte dell'aspetto migliorativo del trasferimento - dopo nove mesi! - dal reparto denominato "la sosta" ai cosiddetti camerotti che continuano ad essere sovraffollati ma perlomeno con bagni più dignitosi e con celle più pulite, sotto l'aspetto sanitario la situazione permane allarmante per il pericolo di diffusione di malattie infettive, in particolare la tubercolosi, visto che i detenuti attraverso la lettera sopra riportata fanno sapere di avere avuto contatti con altri carcerati che attualmente si troverebbero in isolamento, dotati di mascherine, senza la possibilità di effettuare colloqui e di frequentare le ore d'aria insieme agli altri;

quale sia l'attuale situazione strutturale, funzionale, igienica e sanitaria della Casa Circondariale di Gazzi a Messina;

se e quanti detenuti siano ancora ristretti presso il reparto denominato "la sosta" e se tale reparto sia stato bonificato dal punto di vista igienico-ambientale;

quali controlli e misure siano stati adottati per scongiurare il rischio della diffusione di malattie contagiose quali la tubercolosi non solo fra i detenuti ma anche fra il personale costretto ad avere contatti con i portatori di tali pericolose patologie;

se intendano rispondere alle tanti urgenti domande poste nell'interrogazione n. 4-08158

domenica 10 ottobre 2010

Cannabis: legalizziamola, contro le mafie. Da domani al via mobilitazione antiproibizionista



Comunicato dell'associazione Radicali Catania

Catania, 10 ottobre 2010


Cannabis: legalizziamola, contro le mafie. Da domani al via mobilitazione antiproibizionista.

Inizia domani, con un volantinaggio a partire dalle 12.00 davanti la facoltà di Lettere e Filosofia, una mobilitazione promossa dall'associazione Radicali Catania per denunciare i risultati fallimentari della politica proibizionista sulle droghe e informare sulla possibile, e sempre più necessaria, alternativa della legalizzazione e della regolamentazione.

La campagna "Cannabis: legalizziamola, contro le mafie" andrà avanti per diverse settimane con volantinaggi e iniziative nelle facoltà universitarie, nelle scuole superiori, nelle strade e nei luoghi di ritrovo notturni.

Le lotte antiproibizioniste radicali saranno al centro del prossimo congresso di Radicali Italiani che si svolgerà a Chianciano Terme dal 29 ottobre al 1°novembre. Il 12 novembre avrà luogo a Catania la presentazione del libro Leone bianco leone nero, un diario scritto da dietro le sbarre da Giuseppe Nicosia, arrestato per coltivazione di marijuana: un incontro aperto in cui si discuterà di droghe e carcere, con la presenza dell'autore e di Rita Bernardini, deputata radicale e membro della Commissione Giustizia della Camera.

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giovedì 9 settembre 2010

Interrogazioni parlamentari presentate da Rita Bernardini dopo le visite di Ferragosto in otto carceri siciliane



Dopo le visite ferragostane di sindacato ispettivo, ecco le interrogazioni parlamentari - a prima firma Rita Bernardini - rivolte al Ministro della Giustizia relative alle carceri siciliane di Caltagirone, Piazza Armerina, Enna, Nicosia, Mistretta, Palermo Ucciardone, Favignana e Termini Imerese.

Il Governo risponderà? E, soprattutto, farà qualcosa per riportare diritto e legalità all'interno degli istituti di pena?

- casa circondariale di Caltagirone
- casa circondariale di Piazza Armerina
- casa circondariale di Enna
- casa circondariale di Nicosia
- casa circondariale di Mistretta
- casa circondariale di Palermo Ucciardone
- casa di reclusione di Favignana
- casa circondariale di Termini Imerese

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"Se non fosse per voi radicali non si saprebbe nulla: saremmo murati vivi!"
(un detenuto della Sesta sezione del carcere Ucciardone di Palermo)
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giovedì 12 agosto 2010

Ferragosto in carcere 2010, al via domani weekend di mobilitazione negli istituti di pena. Rita Bernardini visiterà otto penitenziari siciliani



"Ferragosto 2010 in carcere", da domani al via massiccia mobilitazione di sindacato ispettivo in tutta Italia. La deputata radicale Rita Bernardini, promotrice dell'iniziativa, in visita nei penitenziari della Sicilia.

Prende il via domani la mobilitazione organizzata dai radicali in tutti gli istituti di pena per monitorare le drammatiche condizioni in cui è costretta a vivere e ad operare la comunità penitenziaria nel nostro paese. Sono oltre 200 i deputati, senatori, garanti dei diritti delle persone detenute, consiglieri regionali e parlamentari europei di tutti gli schieramenti politici che si recheranno in carcere nelle giornate di venerdì 13, sabto 14 e domenica 15 agosto. Dovranno fare i conti con una situazione non più sostenibile e tollerabile. Infernale sovraffollamento, carenza di personale, condizioni igienico-sanitarie allarmanti, degrado delle strutture ed esiguità delle risorse sono i principali problemi che hanno fatto precipitare le prigioni italiane al livello più basso mai toccato nella storia repubblicana. Oltre 68.000 persone sono stipate in celle che a stento potrebbero ospitarne 43.000. Dall'inizio dell'anno 41 detenuti si sono suicidati e molti di più sono stati salvati in extremis dagli agenti di polizia penitenziaria. La stragrande maggioranza degli istituti di pena è tecnicamente illegale, perché non rispetta le prescrizioni del regolamento penitenziario, delle leggi e delle norme europee. L'art. 27 della Costituzione, che stabilisce che "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato", è violato in modo palese e permanente.

Nei 29 penitenziari siciliani il quadro è addirittura peggiore rispetto alla media nazionale, e anche per questo la deputata radicale Rita Bernardini, membro della Commissione Giustizia della Camera e promotrice anche quest'anno dell'iniziativa ferragostana, ha scelto di recarsi in otto penitenziari dell'isola, da Caltagirone a Favignana, passando per l'Ucciardone di Palermo.

Programma di Rita Bernardini:

venerdì 13

- C.C. CALTAGIRONE (prov. di Catania) con Gianmarco Ciccarelli (Radicali Catania)

-C.C. PIAZZA ARMERINA (prov. di Enna) con Gianmarco Ciccarelli e il sindaco di Enna Paolo Garofalo ed altri amministratori locali

- C.C. ENNA, con Gianmarco Ciccarelli e il sindaco di Enna Paolo Garofalo ed altri amministratori locali

sabato 14

- C.C. NICOSIA (prov. di Enna) con Gianmarco Ciccarelli e il sindaco di Enna Paolo Garofalo ed altri amministratori locali

- C.C. MISTRETTA (prov. di Messina) con Gianmarco Ciccarelli

- C.C. TERMINI IMERESE (prov. di Palermo) con Gianmarco Ciccarelli e Donatella Corleo (Radicali Palermo)

domenica 15

- C.C. PALERMO UCCIARDONE con Gianmarco Ciccarelli, Donatella Corleo e Vincenzo Gallo

lunedì 16

- C.R. FAVIGNANA (prov. di Trapani) con Gianmarco Ciccarelli e Donatella Corleo

giovedì 15 luglio 2010

UN WEEKEND DA GALERA. Rita Bernardini in Sicilia il 17 e 18 luglio

Sabato 17 luglio alle 11.00, presso il carcere "Bicocca" di Catania, la deputata radicale Rita Bernardini interverrà alla conferenza stampa di presentazione del libro In carcere: del suicidio ed altre fughe, di Laura Baccaro e Francesco Morelli (edizioni Ristretti). Proprio nel penitenziario catanese di massima sicurezza il 14 giugno scorso un detenuto si è tolto la vita utilizzando la bombola del gas.

Nel pomeriggio di sabato, alle 16.00, avrà luogo una visita ispettiva all'interno del carcere "Gazzi" di Messina; al termine incontro con i giornalisti.

Domenica 18 luglio, alle 11.00, visita ispettiva al carcere "Ucciardone" di Palermo; al termine incontro con i giornalisti.

GUARDA IL PROGRAMMA COMPLETO DELL'INIZIATIVA "UN WEEKEND DA GALERA"

venerdì 9 luglio 2010

lunedì 28 giugno 2010

7 luglio, Mina Welby a Catania. Presentazione dei libri "Ocean Terminal" e "L'ultimo gesto d'amore"



Catania, mercoledì 7 luglio, h 18.30
Libreria Mondadori, Corso Sicilia 23

Presentazione:

Ocean Terminal, libro postumo di Piergiorgio Welby (edizioni Castelvecchi)

L'ultimo gesto d'amore, libro intervista di Mina Welby con Pino Giannini, prefazione di Emma Bonino, postfazione di Beppino Englaro (edizioni Noubs)

* * *

Interverranno:

Gianmarco Ciccarelli
segretario dell'associazione Radicali Catania

Eduardo Melfi
docente di Letteratura italiana presso la facoltà di Lettere, membro della direzione dell'associazione Radicali Catania

Mina Welby
moglie di Piergiorgio, autrice, dirigente dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica

* * *

Incontro aperto a tutti. Sarà possibile intervenire e rivolgere una domanda a Mina Welby.

Mina Welby è in sciopero della fame per il rispetto dei diritti dei malati da mezzogiorno di lunedì 21 giugno. L'obiettivo di questa azione nonviolenta, condotta insieme alla deputata radicale Maria Antonietta Farina Coscioni, è quello di migliorare le condizioni di vita di malati e disabili gravi attraverso la revisione dei livelli esseniali di assistenza (LEA) e l'adeguamento del nomenclatore delle protesi e degli ausili.

lunedì 21 giugno 2010

Radicali al Gay Pride Sicilia 2010


Sergio Rovasio, segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti

Sabato 19 giugno il corteo del Gay Pride ha sfilato per la prima volta a Palermo: migliaia di persone si sono riversate nelle strade del capoluogo siciliano per dire no all'omofobia e per chiedere il riconoscimento di fondamentali diritti.

Fra gli altri, hanno preso parte alla manifestazione Sergio Rovasio, segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti, esponenti di Certi Diritti provenienti da Roma e Milano, Certi Diritti Catania, i radicali di Palermo e di Catania.

Sergio Rovasio, nel suo applauditissimo intervento dal palco, ha sottolineato il ritardo del nostro paese e la necessità di proseguire la lotta per la piena uguaglianza dei diritti, compresa la possibilità per le coppie dello stesso sesso di accedere al matrimonio civile, e ha rimarcato le responsabilità del Vaticano e di una classe politica genuflessa al potere clericale.

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venerdì 11 giugno 2010

Sicilia Pride LGBT, partecipa con noi per l'uguaglianza dei diritti!



Sabato 19 giugno Palermo ospiterà per la prima volta il Sicilia Pride LGBT.

Noi ci saremo, con i cartelli di Certi Diritti, gli striscioni e le bandiere radicali.

L'appuntamento è alle 15.00 in piazza Magione. Il corteo percorrerà le vie del centro fino a raggiungere piazza Verdi, dove si alterneranno gli interventi dal palco seguiti da concerto e spettacolo.

Se anche tu hai voglia di esserci, se vuoi manifestare per l'uguaglianza dei diritti e per il superamento delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale, e magari sfilare con uno dei nostri cartelli (guarda), preannuncia la tua presenza e partecipa con noi!
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domenica 9 maggio 2010

Democrazia diretta negata a Catania. Lettera al presidente del Consiglio comunale



Lettera al presidente del Consiglio comunale di Catania

Catania, 8 maggio 2010


Egregio presidente,

ci rivolgiamo ancora una volta a Lei per denunciare l'inerzia del Consiglio comunale di Catania su una questione centrale per la vita democratica della città.

Lo Statuto del Comune di Catania, approvato nel 1995, prevede nel titolo IV diversi istituti di partecipazione democratica: istanze, petizioni, delibere di iniziativa popolare, referendum consultivi, abrogativi e propositivi. Queste forme di consultazione e partecipazione trovano riconoscimento normativo anche nella legge regionale n. 30 del 2000 e nel decreto legislativo n.267 del 2000.

Tali istituti, che corrispondono all'interesse generale dei cittadini di Catania e rappresentano strumenti necessari per un corretto rapporto tra cittadini e istituzione comunale, a tutt'oggi - a quindici anni di distanza dall'approvazione dello Statuto comunale - non sono ancora operativi e funzionanti perché mancano le apposite norme regolamentari.

Nel marzo del 2009 è stata presentata una proposta di deliberazione di iniziativa consiliare (primo firmatario il consigliere Rosario D'Agata, gruppo Pd) avente ad oggetto il "Regolamento sugli istituti di partecipazione e consultazione dei cittadini". Nel maggio del 2009 tale schema di regolamento è stato esaminato dalla Direzione Affari Legali del Comune di Catania, e successivamente dalla Commissione consiliare permanente "Statuto e Regolamenti".

Egregio presidente, a questo punto cosa impedisce al Consiglio comunale di Catania di esaminare e, finalmente, licenziare questo Regolamento? Quanto tempo ancora dovranno attendere i cittadini di Catania prima di poter esercitare quei diritti di partecipazione democratica previsti dallo Statuto e dalla legge?

Cordiali saluti, buon lavoro.





giovedì 6 maggio 2010

Sabato 8 maggio in piazza Duomo per chiedere al Consiglio comunale l'approvazione del regolamento sugli strumenti di partecipazione



Comunicato dell'associazione Radicali Catania

Catania, 6 maggio 2010

Democrazia diretta negata a Catania. Fino a quando?
Sabato in piazza Duomo per chiedere al Consiglio comunale l'approvazione del regolamento sugli istituti di partecipazione.

Sabato 8 maggio dalle 10.30 alle 12.30 manifesteremo in piazza Duomo, a Catania, per chiedere ancora una volta al Consiglio comunale di emanare il regolamento sugli istituti di partecipazione democratica.

In assenza del regolamento, gli strumenti di democrazia diretta (istanze, petizioni, delibere di iniziativa popolare, referendum) espressamente previsti dallo Statuto comunale del 1995 non possono essere utilizzati dai cittadini di Catania, ai quali di fatto è preclusa la possibilità di esercitare facoltà e diritti sanciti anche dal decreto legislativo n. 267 del 2000.

Nel corso della mattinata, consegneremo una lettera indirizzata al presidente del Consiglio comunale, per richiamarlo al rispetto delle regole ed invitarlo ad interrompere un'inerzia che si prolunga ormai da troppo tempo.

E' una questione di legalità e di agibilità democratica: continuare ad impedire ai cittadini l'esercizio dei diritti di partecipazione sarebbe un atteggiamento arrogante e privo di giustificazioni.

martedì 4 maggio 2010

DEMOCRAZIA DIRETTA NEGATA A CATANIA, FINO A QUANDO?



INIZIATIVA SABATO 8 MAGGIO IN PIAZZA DUOMO
dalle 10,30 alle 12,30

Istanze, petizioni, delibere di iniziativa popolare, referendum comunali...

Questi strumenti di democrazia diretta sono previsti dallo Statuto del 1995 e dalla legge n. 267 del 2000, ma i cittadini di Catania non possono attivarli perché il Consiglio comunale non ha mai approvato l'apposito regolamento.

Il Consiglio comunale non rispetta le regole e impedisce la partecipazione dei cittadini.

Quanto tempo dobbiamo aspettare ancora?

DIFENDI I TUOI DIRITTI.
MANIFESTA CON NOI SABATO MATTINA IN PIAZZA DUOMO!

lunedì 26 aprile 2010

Visita ispettiva al carcere di Augusta-Brucoli



Sabato 24 aprile Rita Bernardini, deputata e membro della commissione Giustizia della Camera, in sciopero della fame dalla mezzanotte del 14 aprile, ha effettuato una visita ispettiva presso la casa di reclusione di Augusta, in provincia di Siracusa. La deputata radicale eletta nelle liste del Pd (nella circoscrizione Sicilia orientale) è stata accompagnata da Valentina Ascione (Radicali Italiani) e Luigi Pappalardo (tesoriere dell'associazione Radicali Catania). La delegazione radicale, poi, è stata raggiunta all'interno della struttura dal presidente del Consiglio provinciale di Siracusa, Michele Mangiafico, che nella stessa mattina di sabato ha presieduto un Consiglio provinciale in seduta straordinaria a conclusione dell'attività condotta dalla speciale commissione istituita per conoscere la situazione delle carceri in provincia di Siracusa.

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venerdì 16 aprile 2010

Il carcere di Piazza Lanza è una bomba ad orologeria. Irresponsabile fingere di non vedere che la situazione è sul punto di esplodere



Comunicato dell'associazione Radicali Catania

Catania, 16 aprile 2010

Il carcere di Piazza Lanza è una bomba ad orologeria. Le istituzioni intervengano subito: sarebbe irresponsabile continuare a fingere di non vedere che la situazione è sul punto di esplodere

I segnali di allarme provenienti dalla comunità penitenziaria del carcere di Piazza Lanza, a Catania, non possono più essere ignorati. I detenuti in questi giorni hanno scelto di battere sulle inferriate per denunciare le insostenibili condizioni in cui sono costretti a vivere. La polizia penitenziaria, dal canto suo, ha sottolineato la difficoltà di lavorare in un clima di crescente tensione.

E' bene ricordare che la casa circondariale di Piazza Lanza è un istituto di pena tecnicamente "fuorilegge". Oltre 500 detenuti sono stipati in celle che a stento potrebbero ospitarne la metà. Il numero degli agenti di polizia penitenziaria effettivamente in servizio è gravemente sottodimensionato rispetto alla previsione della pianta organica. L'assistenza sanitaria e quella psicologica sono carenti, così come il lavoro e la possibilità di socializzare. La stragrande maggioranza dei cittadini detenuti nel carcere di Piazza Lanza è in attesa di giudizio. Nella metà dei casi, il reato contestato è la violazione della legge sulla droga. In questo girone infernale ubicato nel cuore della città sono sistematicamente violati regolamenti, leggi e convenzioni internazionali. L'art. 27 della Costituzione affida al carcere una funzione rieducativa, ma Piazza Lanza assomiglia di più ad una "scuola" di delinquenza: un luogo in cui chi entra è destinato ad uscirne, con tutta probabilità, peggiorato sotto il profilo della attitudine a commettere reati.

Più volte, anche recentemente, esponenti radicali hanno effettuato visite ispettive all'interno del penitenziario catanese, constatando di persona una situazione di estrema emergenza. Rita Bernardini, deputata radicale e membro della Commissione Giustizia della Camera, dalla mezzanotte di mercoledì 14 aprile è in sciopero della fame per sollecitare il Parlamento ad affrontare con urgenza la questione delle carceri. Le puntuali e dettagliate interrogazioni rivolte dall'onorevole Bernardini al ministro Alfano sul carcere di Piazza Lanza a tutt'oggi, nonostante i numerosi solleciti, non hanno ricevuto alcuna risposta.

Adesso non è più il tempo delle parole. Le istituzioni e i soggetti competenti, a qualsiasi livello, hanno il dovere di intervenire e disinnescare questa bomba ad orologeria, ristabilendo condizioni minime di legalità e dignità per chi vive recluso in carcere e per chi vi lavora. Continuare a guardare inerti o, peggio ancora, fingere di non vedere che la situazione è sul punto di esplodere sarebbe un atteggiamento a dir poco irresponsabile.

mercoledì 17 marzo 2010

Matrimonio gay, iniziativa a Catania sabato 20 marzo, alla vigilia della sentenza della Corte Costituzionale



Comunicato dell'associazione radicale Certi Diritti - Catania e dell'associazione Radicali Catania

Catania, 17 marzo 2010

MATRIMONIO GAY, SABATO 20 MARZO INIZIATIVA A CATANIA PER LA PIENA UGUAGLIANZA DEI DIRITTI. IL 23 MARZO LA CORTE COSTITUZIONALE SI PRONUNCERA' SULLA LEGITTIMITA' DEL DIVIETO

Il 23 marzo la Corte Costituzionale si esprimerà sulla legittimità del divieto di matrimonio per le coppie dello stesso sesso.

L'imminente decisione della Corte è il frutto della campagna di "Affermazione Civile", lanciata due anni fa dall'Associazione Radicale Certi Diritti e dalla Rete Lenford, un gruppo di avvocati che si occupano di diritti lgbt. Diverse coppie gay hanno impugnato in giudizio il rifiuto delle pubblicazioni matrimoniali opposto dai Comuni, e alcuni tribunali, ritenendo la questione fondata, hanno trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale, che tra pochi giorni si pronuncerà.

Sabato 20 marzo a Catania, in via Etnea (di fronte alla Villa Bellini) dalle 10.00 alle 13.00, in concomitanza con analoghe iniziative che si svolgeranno a Roma e in altre città italiane, manifesteremo per il riconoscimento del diritto di contrarre matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Su questo fronte il nostro paese sconta un ritardo gravissimo: i giudici della Consulta hanno una straordinaria occasione per colmare il divario con le democrazie avanzate e per affermare che i cittadini sono uguali davanti alla legge.

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Scarica il volantino

Visita il sito dell'Associazione Radicale Certi Diritti

venerdì 26 febbraio 2010

Democrazia diretta: il Consiglio comunale approvi subito il regolamento sugli istituti di partecipazione



Comunicato dell'associazione Radicali Catania

Catania, 26 febbraio 2010


Democrazia diretta: il Consiglio comunale di Catania approvi subito il regolamento sugli istituti di partecipazione

Sabato 27 febbraio in via Etnea (di fronte alla Villa Bellini) dalle 9.30 alle 13.00 manifesteremo ancora per chiedere al Consiglio comunale di approvare il regolamento sugli istituti di partecipazione.

Da 15 anni ai cittadini di Catania è impedita la possibilità di promuovere un referendum, una petizione, una delibera d'iniziativa popolare, un'istanza. Questi strumenti di democrazia diretta, espressamente previsti nel titolo IV dello Statuto, non possono essere utilizzati perché il Consiglio comunale non si è mai preoccupato di emanare l'apposito regolamento.

Sarebbe ora di rientrare nella legalità statutaria e rendere effettive, finalmente, le forme di partecipazione dei cittadini.

lunedì 15 febbraio 2010

Congratulazioni a Paolo Patanè, nuovo presidente nazionale di Arcigay, in una fase decisiva della lotta per la parità dei diritti



Comunicato dell'associazione Radicali Catania e dell'associazione radicale Certi Diritti - Catania

Catania, 15 febbraio 2010


Congratulazioni a Paolo Patanè, nuovo presidente nazionale di Arcigay, in una fase decisiva della lotta per la parità dei diritti. Il 23 marzo la Corte Costituzionale si pronuncerà per la prima volta sul matrimonio gay.

Vogliamo formulare a Paolo Patanè i nostri più sinceri auguri per la sua elezione a presidente nazionale di Arcigay.

Sul fronte del riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali l'Italia sconta un ritardo gravissimo, dovuto in primo luogo all'incapacità della politica di smarcarsi dai diktat delle gerarchie vaticane.

Ora si apre una stagione decisiva nella lotta per la parità dei diritti. Grazie all'iniziativa di "Affermazione civile" promossa dall'associazione radicale Certi Diritti e dagli avvocati di Rete Lenford, il prossimo 23 marzo la Corte Costituzionale per la prima volta sarà chiamata ad esprimersi sulla legittimità del divieto di matrimonio fra persone dello stesso sesso.

Alla vigilia di un appuntamento così importante, l'elezione di Paolo Patanè alla guida di Arcigay non può che dare nuovo impulso e nuova forza alla battaglia per la piena eguaglianza giuridica e per il completo superamento delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale.

venerdì 12 febbraio 2010

Al via gli Stati Generali della città di Catania. Ma ai cittadini continuano ad essere negati fondamentali diritti di partecipazione democratica.



Comunicato dell'associazione Radicali Catania

Catania, 12 febbraio 2010

Stati Generali della città di Catania: è sorprendente che si parli di partecipazione dei cittadini quando continuano ad essere negati fondamentali diritti democratici previsti dallo Statuto.
Il Consiglio comunale approvi subito il regolamento sugli istituti di partecipazione e consultazione.

L'avvio degli Stati Generali della città di Catania non può che lasciare perplessi quanti hanno a cuore democrazia, legalità e rispetto delle regole.

I promotori dell'iniziativa, a partire dal Sindaco Stancanelli, parlano di "confronto attivo e partecipato con l'intera città" e dicono di voler "proseguire sulla strada dell'ascolto e della partecipazione democratica", mettendo al centro il cittadino e le sue esigenze.

Ma a Catania il deficit di democrazia dell'ente comunale è tale che ai cittadini, da 15 anni, vengono negati fondamentali diritti di partecipazione, espressamente previsti dallo Statuto del 1995. Facoltà basilari, come quella di promuovere un referendum comunale o una petizione, oppure presentare uno schema di delibera popolare, o indirizzare un'istanza all'Amministrazione, non possono essere concretamente esercitate dai cittadini di Catania perché il Consiglio comunale non si è mai preoccupato di emanare l'apposito regolamento sugli istituti di partecipazione.

Che senso ha parlare di partecipazione dei cittadini quando poi, ai cittadini stessi, è impedita la possibilità di utilizzare gli strumenti di democrazia diretta previsti dallo Statuto? Si vuole dare realmente voce alla città o si è davanti alla solita operazione mediatica di facciata attraverso la quale si vuole contrabbandare per partecipazione democratica un coinvolgimento filtrato e non scomodo? C'è una proposta di regolamento sottoscritta da migliaia di catanesi, fatta propria dal Pd e presentata come delibera a prima firma Saro D'Agata: cosa aspetta il Consiglio comunale per discuterla e approvarla?

Ci auguriamo che il Sindaco e le personalità del Comitato di presidenza non vogliano ignorare questa grave ferita al tessuto democratico della città. E chiediamo al presidente del Consiglio comunale di calendarizzare la discussione sulla proposta di regolamento. Partiamo da qui: dal rispetto dello Statuto e dai diritti dei cittadini. Altrimenti, per cortesia, non si parli di partecipazione.