mercoledì 18 marzo 2009

Catania: dopo Report, tre proposte radicali per non piangersi addosso





Catania: dopo Report, tre proposte radicali per non piangersi addosso


Comunicato dell'associazione Radicali Catania


Catania, 18 marzo 2009


L’inchiesta di Report ha acceso i riflettori sulla dura realtà di Catania: un quadro disastroso, frutto della sistematica strage di legalità che mafie e mafiosità partitocratica, insieme, compiono da decenni a danno della città e dei suoi abitanti.

Adesso, però, se vogliamo invertire la rotta, lo sgomento e l’indignazione devono tradursi in proposte e mobilitazione su obiettivi precisi.

Primo: la partecipazione democratica e il rispetto delle regole. E’ necessario che il Consiglio comunale di Catania non perda altro tempo e assicuri una rapida approvazione del regolamento sugli strumenti di democrazia diretta, cioè petizioni, delibere di iniziativa popolare, referendum. Questi strumenti, espressamente previsti dallo Statuto, di fatto da 14 anni sono negati ai cittadini proprio a causa dell’assenza del regolamento di attuazione.

Secondo: anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati. Cioè mettere online sui siti istituzionali tutte le informazioni e i dati che riguardano l’attività dei nostri rappresentanti (come votano, cosa propongono etc.), la loro situazione patrimoniale, il bilancio degli enti pubblici con tutte le voci di spesa in modo dettagliato. Conoscere per deliberare: una grande (e necessaria!) operazione di trasparenza, per fare in modo che i cittadini siano in grado di controllare e valutare l’operato di chi viene eletto o anche semplicemente nominato a ricoprire un ruolo pubblico.

Terzo: ripensare la politica sulle droghe. Il proibizionismo non ha fatto altro che aumentare il consumo e il traffico di sostanze vietate, regalando fiumi di denaro alle mafie, che gestiscono in regime di assoluto monopolio un mercato ricchissimo e in costante crescita. Bisogna riaprire il dibattito sui risultati e sul rapporto fra costi e benefici di questa strategia. Sperimentare la legalizzazione e avviare misure di riduzione del danno rappresentano, a nostro avviso, la strada più efficace per contrastare la criminalità mafiosa e per riportare il fenomeno delle droghe dentro una cornice di legalità e controllo.

Per tentare di uscire dal baratro, partiamo da qui. Chi ci sta?
.

martedì 10 marzo 2009




.


update 15 marzo 2009
GUARDA L'AUDIOVIDEO (da radioradicale.it)
.

Democrazia diretta: ora il Consiglio comunale approvi il regolamento senza perdere altro tempo





Democrazia diretta: da 14 anni negati ai cittadini di Catania i diritti previsti dallo Statuto, ora il Consiglio comunale approvi il regolamento senza perdere altro tempo


Comunicato dell'associazione Radicali Catania


Catania, 10 marzo 2009


Grazie alla spinta dei cittadini e alla proposta di delibera elaborata dal Comitato “Noi Decidiamo”, fatta propria dal gruppo Pd al Comune di Catania, qualcosa finalmente si muove riguardo alla vergognosa vicenda del regolamento sulla partecipazione, mai emanato dal Consiglio comunale.

Lo Statuto della città di Catania, approvato nel 1995, nel titolo quarto prevede una serie di istituti di partecipazione (istanze, petizioni, delibere di iniziativa popolare, referendum) che però, senza il prescritto regolamento, non possono essere concretamente utilizzati. In assenza del regolamento di attuazione, ai cittadini di Catania è impedita da 14 anni la possibilità di attivare quegli strumenti di democrazia diretta espressamente previsti dallo Statuto.

Si tratta di una ferita profonda alla vita democratica della città, che occorre sanare con la massima urgenza. Noi radicali da tempo denunciamo la persistente violazione della legalità statutaria e l’inerzia dell’amministrazione comunale dinanzi a questa situazione di inagibilità democratica. Ora è necessario che il Consiglio comunale inverta la rotta, si assuma la responsabilità di rispettare le regole, e approvi il regolamento attuativo senza tentennamenti e ulteriori rinvii.
.