lunedì 11 febbraio 2013

Catania, lettera a direttori di carcere e amministrazioni comunali: “Assicurare ai detenuti il pieno esercizio del diritto di voto, come prevede la legge”


Catania, 11 febbraio 2013

Dichiarazione di Gianmarco Ciccarelli, segretario Radicali Catania e candidato della lista Amnistia Giustizia Libertà alla Camera dei deputati - circoscrizione Sicilia 2
 
Catania, lettera a direttori di carcere e amministrazioni comunali: “Assicurare ai detenuti il pieno esercizio del diritto di voto, come prevede la legge”
 
I detenuti in custodia cautelare e quelli condannati in via definitiva per reati sentenziati come “non ostativi” sono cittadini aventi pieno diritto al voto e possono votare in un seggio elettorale speciale in carcere, anche se residenti in un altro Comune.
 
La procedura per poter esercitare il diritto di voto comprende una serie di passaggi burocratici che coinvolgono, oltre al detenuto elettore (che deve essere munito di tessera elettorale), il direttore dell’istituto di pena, il sindaco del luogo di residenza e il sindaco del luogo di detenzione: si tratta di un meccanismo piuttosto complesso, con il rischio che un diritto costituzionalmente garantito quale il diritto di voto rimanga tale solo sulla carta.
 
Per questa ragione, in vista delle prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio,  ho inviato una lettera ai direttori delle carceri e ai sindaci di Catania, Caltagirone e Giarre, affinché vengano predisposti per tempo tutti gli adempimenti previsti dalla legge, dalla risoluzione approvata l’11 dicembre 2012 dalle Commissioni Riunite Affari Costituzionali e Giustizia, e dalla circolare del Ministero dell’Interno del 9 gennaio 2013.
 
Agevolare al massimo la partecipazione democratica all’interno dei penitenziari, assicurando il pieno esercizio del diritto di voto ai cittadini detenuti che non hanno perso il godimento dei diritti civili e politici, significa perseguire un obiettivo che è di primaria importanza perché si pone sul versante di una concreta attuazione dei principi sanciti dalla Costituzione, a partire dall’articolo 27.