sabato 9 agosto 2014

Carceri, lettera appello ai parlamentari regionali, nazionali ed europei di Catania e della Sicilia. Invito ad aderire al Satyagraha di Marco Pannella e Rita Bernardini, ad iscriversi al Partito radicale, a visitare le carceri nei giorni di Ferragosto


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Catania, 9 agosto 2014

Carceri, lettera appello ai parlamentari regionali, nazionali ed europei di Catania e della Sicilia. Invito ad aderire al Satyagraha di Marco Pannella e Rita Bernardini, ad iscriversi al Partito radicale, a visitare le carceri nei giorni di Ferragosto

Egregi onorevoli,


sentiamo il dovere di sollecitare la vostra attenzione sulla perdurante inadempienza delle nostre Istituzioni nei confronti dei cittadini detenuti.

Il recente decreto sulle carceri prevede un risarcimento di 8 euro per ogni giorno di trattamento inumano e degradante oppure, per chi è ancora in carcere, un giorno di sconto di pena per ogni 10 giorni trascorsi nella suddetta condizione. Il prezzo della tortura, insomma. Un rimedio risarcitorio che appare del tutto inadeguato a corrispondere alle prescrizioni della Corte europea dei Diritti dell’Uomo e che – come ha rilevato persino il Csm – pone seri rischi di incostituzionalità della norma, determinando oltretutto un ulteriore insopportabile sovraccarico per gli uffici di sorveglianza e per i tribunali civili.

In molti casi, in troppi casi, le condizioni di detenzione nelle carceri italiane, pur a fronte di un’attenuazione del sovraffollamento, permangono in contrasto con quanto previsto dalla Costituzione, dalle leggi, dai regolamenti e dalle convenzioni internazionali.

La violazione dei diritti umani fondamentali delle persone detenute non dipende esclusivamente dall'insufficienza degli spazi in cui sono ristrette, ma è legata a numerosi profili della detenzione, come ad esempio le condizioni igieniche, il riscaldamento degli ambienti, l’ingresso di aria e di luce naturale, l’accesso alle docce, la disponibilità di acqua calda e di acqua potabile, il numero di ore trascorse all'interno delle celle, la effettiva possibilità di intraprendere - attraverso attività di studio, di formazione o di lavoro – quei percorsi di reinserimento sociale indispensabili per dare attuazione alla finalità rieducativa della pena sancita dall'articolo 27 della nostra Costituzione.

Una grave situazione di opacità permane, inoltre, con riferimento alla capienza regolamentare “effettiva” (cioè al netto delle sezioni inutilizzate, perché inagibili o in ristrutturazione) degli istituti di pena, mentre invece la condanna inflitta allo Stato italiano con la sentenza “Torreggiani” e la condizione di “sorvegliato speciale” del nostro paese dovrebbero imporre la massima trasparenza e accessibilità ai dati in possesso dell’amministrazione penitenziaria.

Particolarmente intollerabile è poi il fatto che nelle carceri italiane non venga garantito il diritto alla salute. Oltre il 60% dei detenuti soffre, infatti, di patologie cui le strutture penitenziarie non sono in grado di garantire prevenzione né tantomeno cura. Patologie che, oltretutto, non di rado sono generate dalla stessa carcerazione, o con essa incompatibili. Da ultimo, il neo-quotidiano “Cronache del Garantista”, ha denunciato il fatto che sono state necessarie quattro settimane per autorizzare un’urgente operazione al cuore di Primo Greganti. Si può comprendere come un certo livello di assistenza sanitaria non può essere denegata al detenuto qualunque sia il reato presunto o accertato.

Paradigmatico in questo senso è il caso di Bernardo Provenzano, incapace di intendere e di volere, incapace di attività autonoma e sottoposto a nutrizione artificiale, ormai ridotto a un vegetale ma comunque costretto alla tortura del carcere duro come prescritto dal 41 bis (nonostante le procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze abbiano espresso parere favorevole alla revoca del regime del 41 bis).

Queste situazione di permanente violazione dei più elementari diritti umani nei confronti dei detenuti hanno fatto decidere Rita Bernardini, segretaria nazionale di Radicali Italiani, a intraprendere un nuovo sciopero della fame che va avanti dal 30 giugno scorso, con il sostegno di alcune centinaia di cittadini e di militanti radicali, nel silenzio pressoché assoluto dei mezzi di informazione. Una lotta nonviolenta nel solco del Satyagraha per l’Amnistia e la Giustizia che Marco Pannella prosegue e intende proseguire, anche nella forma più dura dello sciopero della sete, “per la vita del diritto e il diritto alla vita, per l’immediata fuoriuscita dello Stato italiano dalla condizione di flagranza tecnicamente criminale”.

Una lotta nonviolenta, egregi onorevoli, alla quale vi chiediamo di aderire, nelle forme e con le modalità che riterrete più opportune: uno o più giorni di sciopero della fame, l’iscrizione al Partito Radicale Nonviolento transnazionale e transpartito, la disponibilità ad effettuare una visita ispettiva in un carcere, magari proprio nei giorni del Ferragosto, giorni simbolici della sofferenza in carcere, per il caldo e non solo, quanto quelli natalizi, per il freddo e non solo.

Una attività – quella del sindacato ispettivo all'interno degli istituti di pena – che a noi Radicali adesso è precluso di svolgere autonomamente, proprio perché privi di rappresentanza parlamentare. Tale esercizio del potere di controllo in Sicilia è oggi probabilmente ancora più necessario che altrove, perché il presidente della Regione Crocetta non ha ancora provveduto a nominare il Garante dei diritti dei detenuti, figura vacante – per ragioni incomprensibili – ormai da quasi un anno.

In attesa di un vostro riscontro, un cordiale saluto.

Radicali Catania

Il segretario
Luigi Recupero


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Per comunicazioni:
Luigi Recupero (segretario associazione Radicali Catania)
339 5779140