mercoledì 31 dicembre 2014

Resoconto della visita al carcere di Piazza Lanza a Catania il 31 dicembre 2014

 Ass. Radicali Catania

 
Mercoledì 31 dicembre 2014, nell’ambito del “Satyagraha di Natale con Marco Pannella”, una delegazione composta da Luigi Recupero (segretario dell’associazione Radicali Catania e membro del Comitato nazionale di Radicali Italiani), Gianmarco Ciccarelli (Comitato nazionale di Radicali Italiani), Patrizia Magnasco (direzione Radicali Catania) e Vito Pirrone (presidente dell’Associazione nazionale forense di Catania) ha effettuato una visita presso la casa circondariale di Catania Piazza Lanza

La delegazione è stata accompagnata nella visita dalla vicedirettrice dott.ssa Gruttadauria e dal comandante di polizia penitenziaria Tramontana.
I detenuti attualmente presenti nel carcere di piazza Lanza sono 361 (di cui 342 uomini e 19 donne); come risulta dal sito del ministero della Giustizia, erano 341 alla data del 31 luglio 2014. La capienza regolamentare effettiva dichiarata dal ministero della Giustizia è di 238 posti: questo dato appare leggermente superiore alla reale capienza regolamentare effettiva del penitenziario catanese.
Rispetto ad alcuni anni fa, quando sono state toccate punte di 600 detenuti, il tasso di affollamento nel carcere di piazza Lanza è notevolmente diminuito.
Tuttavia permane una situazione di sovraffollamento: nelle celle dei reparti maschili “Amenano” e “Simeto”, di circa 20 mq, sono ospitati cinque, sei e in alcuni casi sette detenuti, con uno spazio quasi sempre inferiore ai tre metri quadrati calpestabili per ciascun detenuto.
In alcune sezioni è stato introdotto il regime delle “camere aperte”, con possibilità per i detenuti di uscire dalle camere di pernottamento dalle ore 9 alle ore 17.
Il reparto “Nicito” (isolamento) è stato recentemente interessato da una profonda ristrutturazione e oggi si presenta conforme alla normativa vigente; in questo reparto al momento della visita non era presente alcun detenuto.
Con riferimento alla posizione giuridica, sono presenti 241 imputati in attesa di primo giudizio, 74 appellanti, 11 ricorrenti in Cassazione e 35 condannati in via definitiva.
Circa un terzo della popolazione detenuta è composta da stranieri; si segnala, a tal proposito, l’assenza all’interno della struttura dei mediatori linguistici.
Accanto al sovraffollamento persiste una carenza di agenti di polizia penitenziaria: la pianta organica prevede 440 unità, gli agenti assegnati sono 334 e quelli effettivamente in servizio sono 253; i turni di servizio degli agenti sono della durata di otto ore e si articolano su tre quadranti orari nelle ventiquattrore, sebbene l’accordo quadro preveda turni di sei ore articolati su quattro quadranti orari.
L’assistenza psicologica risulta inadeguata: soltanto 36 ore mensili per l’attività di “osservazione e trattamento”, mentre il presidio “nuovi giunti” può contare su una copertura mensile di 155 ore.

Una delle criticità segnalate dalla vicedirettrice è legata alla circostanza che l’assistenza sanitaria dipende ancora dal ministero della Giustizia, poiché la Regione Siciliana non ha ancora effettuato il trasferimento in capo alle ASL.

Un’altra grave criticità è rappresentata dalla carenza di attività trattamentali e dalla carenza di risorse destinate a tali attività. I detenuti che lavorano sono meno del 20% della popolazione detenuta, e soltanto le donne hanno la possibilità di lavorare con cooperative interne (pasticceria e lavorazione del feltro), mentre gli uomini possono effettuare lavori non professionalizzanti (scopino, portavitto etc.) alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria.

Il reparto femminile “Etna” si presenta in condizioni fatiscenti e nelle finestre delle celle, oltre alle sbarre, sono applicate reti a maglia stretta. Il personale riferisce che è quasi pronta la nuova sezione femminile appena ristrutturata e che nelle prossime settimane sarà avviato il trasloco.

Gli ambienti detentivi del carcere di piazza Lanza sono privi di riscaldamento.


martedì 30 dicembre 2014

Comunicato Stampa. Radicali in visita al Carcere di P. Lanza a Catania il 31 dicembre 2014

Comunicato Stampa


Nell’ambito del “Satyagraha di Natale con Marco Pannella”, dirigenti nazionali e locali del Partito Radicale e di Radicali Italiani effettueranno numerose visite negli istituti penitenziari italiani.
Anche a Catania, mercoledì 31 dicembre 2014 alle ore 9,30, una delegazione di  Radicali Catania effettuerà una visita al ispettiva al carcere di Piazza Lanza.
Parteciperanno alla visita:

Luigi Recupero, segretario ass. Radicali Catania.
Gianmarco Ciccarelli, ass. Radicali Catania.
Patrizia Magnasco, ass. Radicali Catania.
Stefano Burrello, ass. Radicali Catania.
Avv. Vito Pirrone, presidente ass. Nazionale Forense di Catania.

Alle ore 12,30, al termine della visita, nello spiazzale antistante il carcere, avrà luogo una CONFERENZA STAMPA durante la quale verranno esposte le risultanze della visita.
Nel partecipare al Satyagraha - e nell’ambito della battaglia centrale volta ad ottenere un provvedimento di amnistia e di indulto - indichiamo i seguenti obiettivi:
  • Sanità in carcere: garantire le cure ai detenuti;
  • Immediata revoca del 41 bis a Bernardo Provenzano;
  • Introduzione nel nostro ordinamento del reato di tortura;
  • Abolizione dell’ergastolo a sostegno della campagna di Nessuno Tocchi Caino;
  • No alle deportazioni in corso dei detenuti dell’alta sicurezza;
  • Diritto alla conoscenza: 1) conoscibilità e costante aggiornamento dei dati riguardanti le carceri 2) conoscibilità dei dati riguardanti i procedimenti penali pendenti;
  • Rendere effettivi i risarcimenti ai detenuti che hanno subito trattamenti inumani e degradanti;
  • Abolire la detenzione arbitraria e illegale del 41 bis;
  • Nomina immediata del Garante Nazionale dei Detenuti;
  • Per gli Stati Generali delle Carceri, preannunciati dal ministro della Giustizia, prevedere la presenza anche dei detenuti.
  • Nomina immediata di un autorevole Garante Regionale dei Detenuti, carica oramai vacante da tempo,  la cui nomina spetta al presidente della Regione Rosario Crocetta.
Per informazioni e adesioni sulla campagna “Satyagraha di Natale con Marco Pannella”: http://www.radicali.it/primopiano/20141205/amnistia-repubblica-obiettivi-del-nostro-satyagraha-natale-con-marco-pannella#sthash.wMXzVZI7.dpuf

martedì 21 ottobre 2014

Acireale. Presentazione proposta registro unioni civili e testamento biologico.

Acireale.  Presentazione proposta registro unioni civili e testamento biologico

Venerdì 24 ottobre 2014 alle ore 18 presso il Palazzo del Turismo ad Acireale avrà luogo la presentazione della proposta per l'istituzione del registro delle unioni civili e del testamento biologico promossa dalla giunta del comune di Acireale e dall'associazione Radicali Catania.
All'evento parteciperanno gli ass. ri del comune di Acireale, Francesco Fichera (urbanistica) e Adele D'Anna (politiche sociali). Saranno inoltre presenti Rossano Bella (CambiAmo Acireale), Luigi Recupero (Segretario ass. Radicali Catania) e l'avv. Marcello Bonaventura.




Siete tutti invitati a partecipare!!!

Preannuncia la tua partecipazione su Facebook: qui

la locandina dell'evento
Le proposte:

Registro Unioni Civili
Richiesta d'iscrizione al registro unioni Civili

Registro Testamento Biologico
Modello Testamento Biologico


mercoledì 8 ottobre 2014

Una vittoria per Vittoria

Vittoria!

Vittoria Vitale, la donna transgender che ha richesto di essere come tale riconosciuta dall'Università di Catana sebbene non abbia ancora formalemente compiuto all'anagrafe il cambio di sesso, ha ottenuto un importante risultato ricevendo la promessa da parte del portavoce del rettore Pignataro che ha assicurato che entro i termini di iscrizione le verrà consegnato il doppio libretto e che verrà chiamata agli esami con un alias. La richiesta era contenuta in un documento redatto con la collaborazione dell'avv. Vito Pirrone e presentato negli scorsi mesi all'attenzione del rettorato.
Come anche testimoniato dai post rintracciabili sul blog, in questi mesi l'associazione Radicali Catania ha appoggiato la richiesta spendendosi per emergere quest'esigenza.

Vittoria Vitale, ci da atto, con un ringraziamento sulla nostra pagina Facebook, del concreto aiuto fornitole.

La storia è stata raccontata dal quotindano on-line ctzen.it

http://ctzen.it/2014/10/06/unict-riconosce-lalias-per-studenti-trans-un-elemento-di-civilta-in-piu-nellateneo/

Radicali Catania resta in attesa di celebrare con Vittoria l'adozione ufficiale del doppio libretto, anche per conoscere i termini esatti con la quale sono state accolte le nostre richieste e confrontare la soluzione effettivamente prescelta dall'ateneo di Catania con le molte proposte di altri atenei.


giovedì 11 settembre 2014

Centocittà per l'eutanasia e il biotestamento, a Catania presidio radicale sabato dalle 10,30 alle 13 in piazza Duomo



Si svolgerà anche a Catania, sabato 13 settembre in piazza Duomo a partire dalle 10.30, l’iniziativa “Centocittà per l’eutanasia legale e il biotestamento”, nell’ambito della tre giorni di mobilitazione  promossa in tutta Italia dall’Associazione Luca Coscioni a un anno esatto dalla presentazione delle firme in calce alla proposta di legge di iniziativa popolare in tema di “Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia”.

Il 13 settembre 2013 oltre 67.000 cittadini depositarono una proposta di legge per l’eutanasia legale, il testamento biologico e l’interruzione delle terapie: da allora i parlamentari non hanno fatto assolutamente nulla, né un’audizione, né un dibattito. E a nulla fino ad ora è valsa nemmeno l’esortazione al Parlamento del Presidente della Repubblica sull’esigenza di non ignorare il tema delle scelte di fine vita.

La mobilitazione nazionale ha preso il via con un walk-around di 20 ore consecutive di Mina Welby, vedova di Piergiorgio e co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, intorno ai palazzi romani del Governo e del Parlamento. L’obiettivo è quello di sollecitare i parlamentari ad avviare finalmente la discussione sulla proposta di legge di iniziativa popolare che ormai da un anno attende di essere calendarizzata ed esaminata. Inoltre, ai Comuni che non lo abbiano ancora fatto - come ad esempio Catania - si richiedono l’approvazione di una delibera che istituisca il registro comunale dei testamenti biologici e la concreta attivazione di questo servizio alla cittadinanza (a questo link la bozza di delibera tipo elaborata dall’Associazione Luca Coscioni).



lunedì 8 settembre 2014

Radicali Catania aderisce a "Centocittà per l'eutanasia legale ed il biotestamento"

Radicali Catania aderisce a  "Centocittà per l'eutanasia legale ed il biotestamento".

 
Anche a Catania avrà luogo la campagna "Eutanasia Legale" promossa dall'Associazione Luca Coscioni in cento città italiane.

Dalle ore 10,00 di sabato 13 settembre, di fronte al palazzo comunale in piazza Duomo,  l'associazione Radicali Catania organizza un iniziativa di sensibilizzazione per chiedere ai Parlamentari siciliani la discussione in parlamento della proposta di legge popolare sull'eutanasia legale e ai Comuni italiani l'attivazione del registro dei testamenti biologici.

Nell'occasione verrà presentata la proposta di istituzione del registro del testamento biologico presso il Comune di Catania.

"Eutanasia Legale" è una campagna promossa dall' Associazione Luca Coscioni che ha portato a una proposta di legge di iniziativa popolare depositata in Cassazione insieme a: Radicali italiani, UAAR, Exit Italia e Amici di Eleonora Onlus.

sabato 16 agosto 2014

Elaborazioni di Radicali Catania su dati di Rita Bernardini

Finalmente il ministero della giustizia ha reso noto il numero di posti disponibili ed indisponbili per ciascun istituto di pena italiano. I dati provenienti dalle schede dei singoli istituti di pena consultabili sul sito del ministero sono stati aggregati da Rita Bernardini, segretario di Radicali Italiani, che ha anche calcolato il tasso di sovraffolamento.
Radicali Catania ha estratto i dati relavi alla Sicilia.

 Il tasso medio di affollamento in Italia è del 119,4%, la Sicilia si attesta al settimo posto con il 131,3%.
Dai dati è possibile rilevare che il 50% dei detenuti sconta la pena in carceri che presentano gravissime condizioni di sovraffollamento (>150%).



Gravissima la situazione delle carceri di Augusta, Messina e Castelvetrano che rientrano tra le venti carceri più affollate d'Italia.





In Sicilia il tasso medio si attesta al 131% però in 16 carceri siciliane su 25 il sovraffollamento supera il la media nazionale del 120%, in 10 istituti si supera la soglia del 150% e permangono situazioni gravissime come quelle di Augusta (190.7%), Messina (187,6), Castelvetrano (174.5%), Catania Bicocca (161%), Ucciardone (158,7%), Gela (158,7%), Agrigento (157.8%).


Inoltre, dai dati si può evidenziare che 2/3 dei detenuti che scontano la pena in Sicilia si trovano in strutture con grave sovraffolamento (>120%), oltre il 40% è ubicato in strutture con gravissimo sovraffolamento (>150%) e,  dulcis in fundo, sono solo 6 o 7 su 25 in totale le strutture che hanno un sovraffollamento "tollerabile"  rispetto alla capienza (<110%)  e alloggiano meno del 30% dei detenuti.

giovedì 14 agosto 2014

Comunicato Stampa dell'associazione Radicali Catania

SABATO 16 AGOSTO 2014 ORE 10,30 - INIZIATIVA DI DIALOGO RADICALE ALLA PENSILINA DI PIAZZA LANZA A CATANIA

L'associazione Radicali Catania ha rivolto ai parlamentari regionali e nazionali eletti in Sicilia una lettera appello nella quale si invitano gli stessi a visitare le carceri nei giorni di ferragosto, quando - analogamente al periodo natalizio -, si fa più intensa la sofferenza di chi si trova detenuto. 
Il testo della lettera è reperibile all'indirizzo:

http://www.radicalicatania.org/2014/08/carceri-lettera-appello-ai-parlamentari.html

L'associazione saluta altresì come un segnale positivo la sospensione interlocutoria dello sciopero della fame della segretaria nazionale di Radicali Italiani, Rita Bernardini, a seguito della pubblicazione da parte del ministero della Giustizia dei dati aggiornati al 31 luglio scorso relativi alla capienza ufficiale ed effettiva di tutti gl'istituti di pena e l'attuale numero di detenuti, finalmente scorporando dalla capienza ufficiale i posti indisponibili perché non agibili o oggetto di lavori. 
Questi dati lungi dal supportare le entusiastiche tesi del ministro Orlando che sostiene di aver evitato l'amnistia grazie ad una sostanziale riduzione del sovraffollamento delle carceri, provano semmai che una grave situazione di affollamento permane nelle carceri di tutta Italia anche se bisogna riconoscere miglioramenti dovuti soprattutto alla fine della crescita della popolazione carceraria avviata a partire dai provvedimenti assunti dal ministro Cancellieri.
Da elaborazioni di Rita Bernardini sui dati ministeriali, a livello italiano la metà dei detenuti sconta la pena in carceri dove il tasso di sovraffollamento è mediamente del 150%.
In Sicilia il tasso medio si attesta al 131% però in 16 carceri siciliane su 25 il sovraffollamento supera il la media nazionale del 120%, in 10 istituti si supera la soglia del 150% e permangono situazioni gravissime come quelle di Augusta (190.7%), Messina (187,6), Castelvetrano (174.5%), Catania Bicocca (161%), Ucciardone (158,7%), Gela (158,7%), Agrigento (157.8%). Inoltre, dai dati si può evidenziare che 2/3 dei detenuti che scontano la pena in Sicilia si trovano in strutture con grave sovraffolamento (>120%), oltre il 40% è ubicato in strutture con gravissimo sovraffolamento (>150%) e,  dulcis in fundo, sono solo 6 o 7 su 25 in totale le strutture che hanno un sovraffollamento "tollerabile"  rispetto alla capienza (<110%)  e alloggiano meno del 30% dei detenuti.

Inoltre, non solamente dalla capienza dipendono le condizioni inumane e degradanti che subisce chi è oggi ospitato in un carcere italiano. L'assenza di adeguate misure volte al reinserimento del condannato, l'insalubrità dei locali, l'insufficienza di spazi aperti ed il numero limitato di ore d'aria. Menzione particolare merita la scarsa o nulla assistenza sanitaria, alla quale si aggiunge l'inerzia della magistratura di sorveglianza in caso di operazioni urgenti o non differibili. Tutto ciò fa sì che chi entra in carcere ha probabilità molto maggiori di aggravare le patologie presenti e di contrarre nuove malattie di chi è fuori. 

Radicali Catania continua a sostenere il Satiagraha di Marco Pannella ed altri 200 italiani a favore di AMNISTIA e INDULTO le sole misure in grado di dare una svolta a tutto il sistema giustizia in Italia. L'indulto è motivato dal semplice fatto che le condizioni non sono migliorate abbastanza (anzi di molto poco) e che il sovraffollamento persiste e le condizioni di tortura anche. L'amnistia, da accompagnarsi dopo con misure volte a trasformare la pena carceraria in reale estrema ratio, l'unica strada per liberare i tavoli dei giudici e rilanciare in un sol colpo giustizia civile e penale e per mettere fine all'amnistia occulta e di classe costituita dalla prescrizione.

Ulteriori elaborazioni sui dati ministeriali prodotte dall'associazione Radicali Catania saranno presentate nel corso di un'iniziativa di dialogo con i parenti dei detenuti

SABATO 16 AGOSTO 2014 ORE 10,30 - Pensilina antistante al carcere di P. Lanza

Il segretario dell'associazione Radicali Catania

Luigi Recupero
info@radicalicatania.org
+39.339.5779140

sabato 9 agosto 2014

Carceri, lettera appello ai parlamentari regionali, nazionali ed europei di Catania e della Sicilia. Invito ad aderire al Satyagraha di Marco Pannella e Rita Bernardini, ad iscriversi al Partito radicale, a visitare le carceri nei giorni di Ferragosto


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Catania, 9 agosto 2014

Carceri, lettera appello ai parlamentari regionali, nazionali ed europei di Catania e della Sicilia. Invito ad aderire al Satyagraha di Marco Pannella e Rita Bernardini, ad iscriversi al Partito radicale, a visitare le carceri nei giorni di Ferragosto

Egregi onorevoli,


sentiamo il dovere di sollecitare la vostra attenzione sulla perdurante inadempienza delle nostre Istituzioni nei confronti dei cittadini detenuti.

Il recente decreto sulle carceri prevede un risarcimento di 8 euro per ogni giorno di trattamento inumano e degradante oppure, per chi è ancora in carcere, un giorno di sconto di pena per ogni 10 giorni trascorsi nella suddetta condizione. Il prezzo della tortura, insomma. Un rimedio risarcitorio che appare del tutto inadeguato a corrispondere alle prescrizioni della Corte europea dei Diritti dell’Uomo e che – come ha rilevato persino il Csm – pone seri rischi di incostituzionalità della norma, determinando oltretutto un ulteriore insopportabile sovraccarico per gli uffici di sorveglianza e per i tribunali civili.

In molti casi, in troppi casi, le condizioni di detenzione nelle carceri italiane, pur a fronte di un’attenuazione del sovraffollamento, permangono in contrasto con quanto previsto dalla Costituzione, dalle leggi, dai regolamenti e dalle convenzioni internazionali.

La violazione dei diritti umani fondamentali delle persone detenute non dipende esclusivamente dall'insufficienza degli spazi in cui sono ristrette, ma è legata a numerosi profili della detenzione, come ad esempio le condizioni igieniche, il riscaldamento degli ambienti, l’ingresso di aria e di luce naturale, l’accesso alle docce, la disponibilità di acqua calda e di acqua potabile, il numero di ore trascorse all'interno delle celle, la effettiva possibilità di intraprendere - attraverso attività di studio, di formazione o di lavoro – quei percorsi di reinserimento sociale indispensabili per dare attuazione alla finalità rieducativa della pena sancita dall'articolo 27 della nostra Costituzione.

Una grave situazione di opacità permane, inoltre, con riferimento alla capienza regolamentare “effettiva” (cioè al netto delle sezioni inutilizzate, perché inagibili o in ristrutturazione) degli istituti di pena, mentre invece la condanna inflitta allo Stato italiano con la sentenza “Torreggiani” e la condizione di “sorvegliato speciale” del nostro paese dovrebbero imporre la massima trasparenza e accessibilità ai dati in possesso dell’amministrazione penitenziaria.

Particolarmente intollerabile è poi il fatto che nelle carceri italiane non venga garantito il diritto alla salute. Oltre il 60% dei detenuti soffre, infatti, di patologie cui le strutture penitenziarie non sono in grado di garantire prevenzione né tantomeno cura. Patologie che, oltretutto, non di rado sono generate dalla stessa carcerazione, o con essa incompatibili. Da ultimo, il neo-quotidiano “Cronache del Garantista”, ha denunciato il fatto che sono state necessarie quattro settimane per autorizzare un’urgente operazione al cuore di Primo Greganti. Si può comprendere come un certo livello di assistenza sanitaria non può essere denegata al detenuto qualunque sia il reato presunto o accertato.

Paradigmatico in questo senso è il caso di Bernardo Provenzano, incapace di intendere e di volere, incapace di attività autonoma e sottoposto a nutrizione artificiale, ormai ridotto a un vegetale ma comunque costretto alla tortura del carcere duro come prescritto dal 41 bis (nonostante le procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze abbiano espresso parere favorevole alla revoca del regime del 41 bis).

Queste situazione di permanente violazione dei più elementari diritti umani nei confronti dei detenuti hanno fatto decidere Rita Bernardini, segretaria nazionale di Radicali Italiani, a intraprendere un nuovo sciopero della fame che va avanti dal 30 giugno scorso, con il sostegno di alcune centinaia di cittadini e di militanti radicali, nel silenzio pressoché assoluto dei mezzi di informazione. Una lotta nonviolenta nel solco del Satyagraha per l’Amnistia e la Giustizia che Marco Pannella prosegue e intende proseguire, anche nella forma più dura dello sciopero della sete, “per la vita del diritto e il diritto alla vita, per l’immediata fuoriuscita dello Stato italiano dalla condizione di flagranza tecnicamente criminale”.

Una lotta nonviolenta, egregi onorevoli, alla quale vi chiediamo di aderire, nelle forme e con le modalità che riterrete più opportune: uno o più giorni di sciopero della fame, l’iscrizione al Partito Radicale Nonviolento transnazionale e transpartito, la disponibilità ad effettuare una visita ispettiva in un carcere, magari proprio nei giorni del Ferragosto, giorni simbolici della sofferenza in carcere, per il caldo e non solo, quanto quelli natalizi, per il freddo e non solo.

Una attività – quella del sindacato ispettivo all'interno degli istituti di pena – che a noi Radicali adesso è precluso di svolgere autonomamente, proprio perché privi di rappresentanza parlamentare. Tale esercizio del potere di controllo in Sicilia è oggi probabilmente ancora più necessario che altrove, perché il presidente della Regione Crocetta non ha ancora provveduto a nominare il Garante dei diritti dei detenuti, figura vacante – per ragioni incomprensibili – ormai da quasi un anno.

In attesa di un vostro riscontro, un cordiale saluto.

Radicali Catania

Il segretario
Luigi Recupero


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Per comunicazioni:
Luigi Recupero (segretario associazione Radicali Catania)
339 5779140

giovedì 19 giugno 2014

Il carcere di Augusta riapre l'arena "Gattabuia" con i concerti della Brucoli swing brothers band


Al via da sabato 21 alle ore 17.30 presso l'arena Gattabuia, spazio aperto del carcere di Augusta, i concerti della Brucoli swing brothers band. Ad esibirsi saranno i detenuti del coro polifonico dell'istituto diretti da Maria Grazia Morello. Le date delle repliche successive sono quelle del 25, 26 e 27 Giugno sempre alle 17.30.

I concerti saranno anche l'occasione per una raccolta di fondi per l'acquisto di generi di pulizia per detenuti indigenti. Chi desidera assistere ad uno degli spettacoli potrà prenotarsi inviando una mail alla casella di posta elettronica spettacolocanto2014@gmail.com entro giorno 18 indicando nome, cognome e data di nascita.

L'iniziativa costituisce un'altra tappa dell'operazione carcere e territorio dopo la rappresentazione teatrale "Settimo ruba un po' meno" di Dario Fo a cui hanno assistito quasi mille spettatori esterni, fra essi autorità, attori e registi come Francesco Scianna, Elisabetta Pozzi, Daniele Salvo, oltre a cittadini e studenti.
Ci si può comunque accreditare al n. di fax 0931 981368 o alla casella mail cr.augusta@giustizia.it
(tratto da siracusanews.it)




venerdì 13 giugno 2014

Sabato mattina in piazza Stesicoro iniziativa per i diritti delle persone transgender

Gianmarco Ciccarelli (Radicali Catania) e Vittoria, attivista per i diritti LGBT


Sabato 14 giugno dalle 10,30 alle 12,30 si terrà in piazza Stesicoro una mattinata di volantinaggio e raccolta firme per la petizione a favore del ddl 405, proposto del Senatore Sergio Lo Giudice, che divincola la procedura per il cambio anagrafico del nome e del sesso dall'intervento chirurgico. Risoluzione necessaria dato che il periodo di transizione può durare molti anni e che molte persone transgender scelgono di non operarsi affatto.

Secondo il report della Commissione Europea Trans and intersex people. Discrimination on the grounds of sex, gender identity and gender expression la situazione dell’Italia appare desolante collocandosi al livello 2 nella Rainbow Map del 2012, al pari della Lituania e seguito da Georgia, Lettonia, Bielorussia, Russia, Turchia, Armenia, Ucraina.

Al tavolo sarà presente Vittoria, la studentessa che si batte per i diritti delle persone transgender. Prossima alla laurea, Vittoria ha presentato - supportata anche dai Radicali Catania - l’istanza per l’adozione del doppio libretto nell'università di Catania. Radicali Catania auspicano che la coraggiosa studentessa possa proseguire il suo percorso universitario con il nome femminile come è possibile fare in numerosi atenei tra i quali quelli di Torino, Bologna, Napoli, Padova, Pisa, Milano e della vicina Palermo.

Sarà inoltre possibile firmare l’appello dell’Associazione Radicale Certi Diritti rivolto al Parlamento affinché risponda all'invito della Corte Costituzionale che con la sentenza n. 138 del 2010 ha riconosciuto la rilevanza costituzionale delle unioni omosessuali e sollecitato il Parlamento a legiferare.

venerdì 16 maggio 2014

Sabato 17 maggio dalle 10.30 presidio radicale in piazza Lanza

Sabato 17 maggio dalle 10,30 alle 12,30 avrà luogo un presidio radicale davanti alla casa circondariale di piazza Lanza.

Mancano dieci giorni alla scadenza dell’ultimatum della Corte europea dei diritti dell’Uomo, che con la sentenza pilota “Torreggiani” ha condannato lo Stato italiano per i trattamenti inumani e degradanti sistematicamente inflitti alle persone ristrette negli istituti penitenziari del nostro paese.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio inviato ieri al capo del Dipartimento della Amministrazione Penitenziaria ha sottolineato ancora una volta “la critica, intollerabile situazione di sovraffollamento, cui è urgente porre rimedio”.


I Radicali - da anni in prima linea per un provvedimento di amnistia e indulto, necessaria precondizione per una complessiva e non più rinviabile riforma della giustizia – invitano i detenuti, i familiari dei detenuti, gli operatori penitenziari, gli esponenti politici, gli avvocati e tutti quei cittadini che abbiano a cuore democrazia e Stato di diritto ad aderire al Satyagraha radicale per l’Amnistia e la Giustizia e a sostenere, anche con l’iscrizione al Partito Radicale, la lotta nonviolenta di Marco Pannella per l’ “immediata fuoriuscita dell’Italia dalla condizione di flagranza tecnicamente criminale” in cui si trova con riferimento alla situazione di illegalità della giustizia e della sua appendice carceraria. 

martedì 29 aprile 2014

Carceri inumane: il caso di Giarre. Mozione Radicali Catania

Documento dell'associazione Radicali Catania sulla morte di Nicola Sparti nel carcere di Giarre (CT) il 25 aprile.

Quella del giovane Nicola Sparti è l'ennesima morte in carcere che poteva - e doveva - essere evitata!
Ci chiediamo perché Sparti si trovava ancora ristretto in carcere se i medici - come ha dichiarato il provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria - avevano certificato per ben due volte che le sue condizioni di salute non erano compatibili con il regime carcerario? Le condizioni carcerarie denunciate dal suo avv. Enzo Merlino e dal medico legale Edoardo Tusa - intervistati da Sergio Scandura di Radio Radicale - prefigurano purtroppo il classico caso nel quale nessuno risulterà responsabile.

Segnaliamo che le condizioni di degrado e di abbandono del carcere di Giarre sono state dettagliatamente descritte nell'interrogazione parlamentare presentata da Rita Bernardini dopo una visita a sorpresa effettuata il 3 aprile 2011; in questa interrogazione (a cui i ministri interrogati non hanno fornito alcuna risposta) vengono sottolineate le gravissime criticità dell'istituto in particolare sotto il profilo dell'assistenza sanitaria e della carenza di agenti di polizia penitenziaria, nonché in relazione al ruolo e ai ritardi della magistratura di sorveglianza.
  
L'associazione Radicali Catania si 'limita' a denunciare che, nel complessivo degrado della condizione delle carceri in Italia, la Sicilia è appesantita da fatti politici che aggravano ulteriormente il grado di afflizione cui sono sottoposti i detenuti nell'isola.
Nel caso di Nicola Sparti, quarantacinquesimo decesso in carcere dall’inizio del 2014, riteniamo molto probabile che siano intervenute, perlomeno come concause, almeno le seguenti inadempienze specificamente imputabili alla Regione:
   - mancato completamento del passaggio delle competenze della sanità carceraria dall'amministrazione penitenziaria alle ASP (competenza regionale). E' emerso che Sparti si trovasse in cella collegato ad un ventilatore polmonare che lo costringeva a dormire appoggiato su di un tavolo perché non era collegabile al letto. Chiediamo, chi ne aveva la responsabilità medica?
   - mancata nomina da oltre sette mesi del Garante dei detenuti per la Sicilia. Il fatto è tanto più grave in quanto l'ufficio del Garante dipende direttamente dalla presidenza della regione Sicilia. Un efficiente ufficio del Garante avrebbe potuto dare migliore interazione con il magistrato di sorveglianza per condizioni di detenzione più adeguate come i domiciliari richiesti dai familiari. Ciò, sebbene, in questo caso, la difesa sembra aver esperito ogni possibile mezzo legale come la sospensione della pena o in subordine, la detenzione domiciliare.
Radicali Catania esprime piena solidarietà ai familiari di Nicola Spartì.

Indipendentemente dal fatto specifico però, anche solo le due menzionate inadempienze sono foriere di altre morti evitabili nelle carceri siciliane.
 
Chiediamo:
   - Che venga pienamente completato il passaggio della sanità penitenziaria alla competenza regionale (ASP) incrementando i livelli di assistenza. Troppe volte, purtroppo non solo in carcere, non vengono garantiti i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e questo caso sembra proprio uno di quelli.

   - Che venga ricostituita un'autorevole figura del garante regionale dei detenuti, oggi sminuita in carica onorifica inadeguata alla funzione, e che, a tale carica, venga nominata persona di comprovato indipendente impegno nella denuncia delle attuali degradanti condizioni delle carceri siciliane. Ciò anche perché, allo stato, esiste un ufficio del Garante che ci risulta consti di circa 15 dipendenti con tanto di dirigente ma che privo di alcuna guida politica è sostanzialmente paralizzato nelle proprie attività. Se tarda la nomina del garante, vorremmo sommessamente suggerire di chiudere l'ufficio e di trasferire tale qualificato personale ad altre mansioni. Ad esempio, nella rinnovata sanità penitenziaria regionale.
L'associazione Radicali Catania denuncia, in base ad informazioni raccolte direttamente, il persistere, in pressocché tutte le carceri siciliane, di condizioni detentive inumane e degradanti, e non sola per la violazione del limte di spazio di tre metri per detenuto, già di per sé tortura. Soprattutto per la mancata implementazione di misure atte a favorire il reinserimento dei detenuti (assoluta mancanza della funzione rieducativa della pena) e tutte quelle altre misure che possano concorrere ad una espiazione che non sia tortura. Eppure tutte le ricerche mostrano che la recidiva criminale varia notevolmente a seconda delle condizioni di detenzione e delle possibilità rieducative offerte.
Radicali Catania aspira a un sistema di sanzionamento penale nel quale la detenzione penitenziaria sia realmente residuale nel sistema della pena, sufficiente a mettere in condizioni di non nuocere il minor tempo possibile chi si trovi in uno stato di pericolosità per gl'altri.

L'associazione Radicali Catania aderisce al Satyagraha "abbiamo contato gli anni, ora contiamo i giorni" invitando i propri iscritti e simpatizzanti ad un giorno di sciopero della fame collettivo fissato per giovedì 1 maggio per lottare contro queste condizioni carcerarie inumane e degradanti.