sabato 21 settembre 2013

I Radicali rispondono alle affermazioni del pres. dell’Associazione nazionale magistrati, Pasquale Pacifico


Indicativo della forma mentis del presidente dell’ANM Pasquale Pacifico è il comunicato pubblicato su livesicilia mercoledì 18 settembre, nel quale si afferma che la Camera penale: "[...] con questo sciopero e con le iniziative ad esso collegate (come la raccolta di firme per i referendum sulla giustizia), abbia sposato la causa di una parte politica, che è quella che ha sempre voluto delegittimare l'attività dei magistrati, venendo meno, così, alle sue funzioni di organismo di garanzia". Per concludere poi con l'avventata battuta sulla statua della giustizia che si sarebbe voltata dall'altra parte a causa del banchetto per la raccolta firme dei referendum.
I quesiti referendari sono stati proposti dai Radicali, che possono vantare un curriculum ineccepibile per la difesa della "Giustizia", avendo tra le proprie ragioni sociali la difesa della legge e l’affermazione del diritto. Quanti, delle più disparate parti politiche (Vendola, i Socialisti Italiani, il PdL) hanno aderito a tutti od ad alcuni quesiti dimostrano che non trattasi di questioni legate ad una singola parte politica come si vorrebbe far credere sulla scorta dell'adesione di Berlusconi.
E’ così che noi, Associazione Radicali Catania respingiamo vigorosamente di appartenere ad "una parte politica" che non sia quella della difesa del servizio "Giustizia".
da sin: Luigi Recupero, Stefano Burrello,
Luca Mirone, Zelda Raciti, Gianmarco Ciccarelli
La raccolta firme della mattina del 16 settembre 2013, ai piedi della serafica e per nulla turbata statua della giustizia, insieme alla Camera Penale di Catania - grazie alla dedizione dell'avv. Passarello e dell'avv. Mirone – ha ottenuto 4000 firme. Un’importante esperienza che conferma ancora una volta la rilevanza dei quesiti proposti ed il consenso dei cittadini (non solo in tribunale ma anche dentro e fuori dal carcere!).
Lungi dall'avere preconcetti sulla magistratura, da decenni documentiamo gli abusi, le distorsioni, i pressapochismi, le inefficenze della macchina giudiziaria, ed in special modo le costanti e strutturali violazioni del diritto penitenziario che sfociano nella tortura di un sistema carcerario nutrito da ottusa crudeltà ed insensatezza. Lo scopo dichiarato dei Referendum è appunto di restituire alla persona il diritto ad una giustizia accessibile ed imparziale, alla difesa per le vittime, per i colpevoli e per gli innocenti.
 I Radicali accusano apertamente lo Stato di violare le proprie stesse leggi trovandosi così nella condizione di delinquente abituale.
E' possibile credere che, quasi nessuno tra i componenti della magistratura catanese, anche solo sul piano dottrinale, sia a favore dell'abolizione dell'ergastolo, della separazione delle carriere e dell’introduzione di limiti all’abuso della custodia cautelare in carcere? Eppure a Catania, un unico magistrato si è avvicinato al tavolo per firmare i quesiti che riteneva di sostenere. Dagli altri un atteggiamento simile a quello del PM Pacifico, questo sì di ostile preconcetto. Atteggiamento non necessario, anzi dannoso per l'opportuno dialogo che le proposte referendarie hanno il merito anche solo di sollevare.