venerdì 15 ottobre 2010

Emergenza sanitaria al carcere di Messina, nuova interrogazione di Rita Bernardini dopo la lettera di un detenuto



INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA (presentatrice: on. Rita Bernardini)

Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Al Ministro della Giustizia
Al Ministro della Salute

Per sapere, premesso che:
la firmataria del presente atto è presentatrice dell'atto di sindacato ispettivo 4-08158, pubblicato lunedì 26 luglio 2010 in occasione della seduta della Camera n.358;
l'interrogazione a risposta scritta faceva riferimento alla drammatica situazione - dal punto di vista strutturale, funzionale, igienico e sanitario - del carcere Gazzi di Messina;
i fatti descritti a seguito della visita ispettiva effettuata il 17 luglio 2010 erano così gravi che l'interrogante trasmetteva il testo della suddetta interrogazione alla Procura della Repubblica di Messina;
come sempre accade in questa legislatura, nessuna risposta è giunta alla presentatrice e agli altri firmatari dell'interrogazione da parte dei ministri interrogati;
in data 13 ottobre 2010 la firmataria del presente atto riceveva dal sen. Salvo Fleres, garante per i detenuti della Regione Sicilia, una lettera a lei indirizzata proveniente proprio dalla Casa Circondariale Gazzi, lettera il cui testo si riporta integralmente:

“Egregia on. Bernardini Rita, chi vi scrive è un detenuto del carcere di Gazzi che tra l’altro ho avuto il piacere di conoscerla quando ero al così detto ma non di fatto “reparto sosta”. Come prima cosa le chiedo di accettare le mie scuse per non firmare con il mio giusto nome e cognome questo mio scritto, le ragioni sono perché non vorrei che l’amministrazione carceraria prendesse dei provvedimenti sulla mia persona! Perché per quanto può essere ingiusto la nostra posta viene aperta o addirittura non recapitata. Preferirei essere chiamato con un nome di fantasia “Felipe”.
All’epoca della sua visita in questo istituto durante il nostro colloquio le esponevo alcuni fatti gravosi che dovevamo subire: fra cui il sovraffollamento delle celle di cui se si ricorda dovevamo convivere in 13 in una cella che ne doveva ospitare soltanto 4 persone, oltre le persone, dovevamo convivere con i topi per non parlare delle condizioni sgradevoli igienico sanitari, inoltre dovevamo convivere con persone con gravi patologie.
Oggi le scrivo per fargli presente che la maggior parte di noi dopo nove mesi e più abbiamo avuto la possibilità si salire al “reparto camerotti”. Devo dire che siamo passati dalla stalle alle stelle, qui abbiamo un bagno dignitoso, un reparto a prima vista pulito e la possibilità di frequentare alcuni corsi messi a disposizione da questo istituto. Ma per quanto riguarda la capienza dei detenuti in una cella devo dire che è peggiorata perché in un cubicolo di due persone ne siamo sei. Lascio immaginare a lei come si può vivere dignitosamente in sei metri quadri.
Il vero motivo che mi preoccupa e mi angoscia e devo dire che non sono l’unico detenuto ad essere preoccupato ma siamo seriamente preoccupati tutti i detenuti di ogni reparto. Il motivo di questa nostra preoccupazione è dovuto al fatto che questi bravi dottori che operano all’interno dell’istituto e un ringraziamento va al direttore di questo carcere per averci dato la possibilità di convivere con persone affette da malattie gravi come l’aids, e cosa molto più grave, con malati di tubercolosi.
Le faccio presente che malgrado le nostre giuste preoccupazioni e la nostra disponibilità nel farci fare le analisi del sangue ci viene negato questo nostro diritto assicurandoci solo con fandonie che non c’è nulla di preoccupante. A suo dire basta un colpo d’occhio alle visite mediche per capire se qualcuno ha contratto qualche malattia. Per intanto non capisco perché il detenuto R.G. presumibilmente affetto da tubercolosi sia stato trasferito e isolato al reparto del centro clinico? E i 5 compagni di stanza vengono muniti di mascherina, e viene vietato a loro qualsiasi attività comune, tipo l’aria la fanno da soli, i colloqui non li possono fare, ecc. ecc. Per tanto noi tutti percepiamo la presenza di qualcosa di grave preoccupandoci per la nostra salute e quella dei nostri famigliari che ci vengono a trovare!
Per tanto vi chiedo nuovamente di poter avviare un’indagine su tutta questa storia prima che la situazione possa seriamente degenerare con conseguenze molto più gravi e disastrose per tutti noi e i nostri famigliari. Concludo con il dirvi che se l’amministrazione carceraria non prenderà subito provvedimenti noi detenuti saremo costretti a manifestare una rivolta! Preciso che non si può scherzare con le nostre vite e quelle delle nostre famiglie. Fiducioso in un vostro intervento ringrazio anticipatamente”.

A fronte dell'aspetto migliorativo del trasferimento - dopo nove mesi! - dal reparto denominato "la sosta" ai cosiddetti camerotti che continuano ad essere sovraffollati ma perlomeno con bagni più dignitosi e con celle più pulite, sotto l'aspetto sanitario la situazione permane allarmante per il pericolo di diffusione di malattie infettive, in particolare la tubercolosi, visto che i detenuti attraverso la lettera sopra riportata fanno sapere di avere avuto contatti con altri carcerati che attualmente si troverebbero in isolamento, dotati di mascherine, senza la possibilità di effettuare colloqui e di frequentare le ore d'aria insieme agli altri;

quale sia l'attuale situazione strutturale, funzionale, igienica e sanitaria della Casa Circondariale di Gazzi a Messina;

se e quanti detenuti siano ancora ristretti presso il reparto denominato "la sosta" e se tale reparto sia stato bonificato dal punto di vista igienico-ambientale;

quali controlli e misure siano stati adottati per scongiurare il rischio della diffusione di malattie contagiose quali la tubercolosi non solo fra i detenuti ma anche fra il personale costretto ad avere contatti con i portatori di tali pericolose patologie;

se intendano rispondere alle tanti urgenti domande poste nell'interrogazione n. 4-08158