martedì 26 ottobre 2010

Il Consiglio comunale di Catania ha approvato il regolamento sugli istituti di partecipazione dei cittadini



Comunicato dell'associazione Radicali Catania

Catania, 26 ottobre 2010

Il Consiglio comunale di Catania ha approvato il regolamento sugli istituti di partecipazione. Sanata una grave ferita aperta da 15 anni. Ora i cittadini hanno gli strumenti per fare sentire la propria voce.

Ieri sera il Consiglio comunale di Catania ha approvato all'unanimità il regolamento sugli istituti di partecipazione.

Finalmente, a distanza di 15 anni, i cittadini di Catania possono esercitare quei diritti di partecipazione previsti dallo Statuto comunale del 1995. E' stata sanata, così, una gravissima ferita alla legalità statutaria e alla vita democratica della città. Ora i catanesi hanno gli strumenti per fare sentire la propria voce: possono rivolgere un'istanza all'amministrazione, presentare una delibera di iniziativa popolare, promuovere una petizione popolare o un referendum.

Dopo anni di impegno e di lotta per il raggiungimento di questo obiettivo, non possiamo che essere pienamente soddisfatti. Un ringraziamento va al capogruppo del Pd Saro D'Agata e agli esponenti del comitato "Noi Decidiamo", che hanno svolto un ruolo fortemente propulsivo in questa vicenda.

L'approvazione del regolamento sugli istituti di partecipazione rappresenta una prima, importante, conquista di spazi democratici troppo a lungo negati. Agli amministratori comunali adesso chiediamo di fare un passo ulteriore nella direzione della trasparenza e del controllo: approvare una Anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati, per consentire ai cittadini di verificare come vengono spesi i soldi pubblici e di conoscere l'operato e la situazione patrimoniale di chi ricopre incarichi pubblici.

domenica 24 ottobre 2010

Regolamento sugli istituti di partecipazione finalmente all'esame del Consiglio comunale



Comunicato dell'associazione Radicali Catania

Catania, 24 ottobre 2010

Regolamento sugli istituti di partecipazione all'esame del Consiglio comunale. Meglio tardi che mai. Ai cittadini di Catania negati da 15 anni gli strumenti di democrazia diretta espressamente previsti dallo Statuto. Ora è importante chiudere presto una dolorosa ferita alla vita democratica della città.

Domani, finalmente, il Consiglio comunale di Catania è convocato per esaminare la proposta di regolamento sugli istituti di partecipazione.

Meglio tardi che mai.

Da 15 anni ai cittadini di Catania sono negati fondamentali diritti di partecipazione espressamente previsti nel titolo IV dello Statuto del 1995, e ciò a causa dell'inerzia del Consiglio comunale che non si è mai preoccupato di approvare il regolamento di attuazione.

La democrazia diretta e il rispetto delle regole non sono un optional. Consentire ai cittadini la possibilità di rivolgere istanze, presentare proposte di atti di iniziativa popolare, promuovere petizioni e referendum, significa rientrare nella legalità statutaria e ristabilire un corretto rapporto fra la città e l'ente comunale.

Ora è importante che il Consiglio comunale chiuda al più presto questa dolorosa ferita alla vita democratica della città e approvi il regolamento sugli istituti di partecipazione senza ulteriori tentennamenti.

In questi anni abbiamo sollecitato l'approvazione del regolamento in più occasioni: domani seguiremo la seduta del Consiglio comunale con attenzione e speranza, e invitiamo i cittadini di Catania ad essere presenti alle 19.00 nell'aula consiliare di Palazzo degli Elefanti.

giovedì 21 ottobre 2010

Proibizionismo, le mafie ringraziano. Il traffico di droghe è la fonte principale di arricchimento per le mafie




Comunicato dell'associazione Radicali Catania

Catania, 21 ottobre 2010


Proibizionismo, le mafie ringraziano. Il traffico di droghe è la fonte principale di arricchimento per le mafie. Prosegue la mobilitazione antiproibizionista per la legalità e la legalizzazione.

Prosegue l'iniziativa "Cannabis: legalizziamola, contro le mafie" promossa dall'associazione Radicali Catania per denunciare i risultati fallimentari delle politiche proibizioniste sulle droghe e informare i cittadini sulla possibile, e sempre più necessaria, alternativa della legalizzazione e della regolamentazione.

Venerdì 22 ottobre, a partire dalle 21.00, effettueremo un volantinaggio itinerante per le vie del centro storico, per sottolineare - fra gli aspetti più devastanti delle attuali politiche sulle droghe - gli immensi guadagni che ogni giorno il proibizionismo assicura alle mafie, monopoliste di fatto della vendita di sostanze vietate.

Il traffico di droghe, infatti, rappresenta di gran lunga il principale introito per le casse della malavita organizzata: 60 miliardi di euro ogni anno, secondo una recente stima di Confesercenti. Fiumi di denaro capaci di inquinare in maniera difficilmente reversibile l'economia legale e di corrompere la politica e le istituzioni.

E' illusorio pensare di poter contrastare efficacemente la criminalità mafiosa senza indebolire in modo incisivo la sua potenza economica. Legalizzare la cannabis è un obiettivo ragionevole, e sarebbe davvero ora di aprire anche in Italia un dibattito serio intorno a questa prospettiva. Depenalizzare la coltivazione domestica per uso personale potrebbe e dovrebbe essere un primo passo per ridurre i guadagni delle mafie e invertire la rotta in materia di politica sulle droghe.

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domenica 17 ottobre 2010

Cannabis: legalizziamola, contro le mafie. Prosegue la mobilitazione antiproibizionista


immagine tratta da un manifesto radicale del 1993

Comunicato dell'associazione Radicali Catania

Catania, 17 ottobre 2010


Cannabis: legalizziamola, contro le mafie. Prosegue la mobilitazione antiproibizionista.

Prosegue l'iniziativa dell'associazione Radicali Catania per denunciare i risultati fallimentari delle politiche proibizioniste sulle droghe e informare i cittadini sulle lotte radicali per la legalità e la legalizzazione.

Domani, lunedì 18 ottobre, a partire dalle 12.00, avrà luogo un volantinaggio davanti la facoltà di Scienze politiche. Mercoledì sera, invece, verrà effettuato un volantinaggio itinerante per le strade del centro storico, con partenza alle 22.00 dalla Scalinata Alessi.

Fra gli effetti più devastanti delle attuali politiche sulle droghe, vogliamo sottolineare gli immensi guadagni che il proibizionismo assicura alle mafie, monopoliste di fatto della vendita di sostanze vietate. Depenalizzare la coltivazione domestica di cannabis rappresenterebbe un primo passo per invertire la rotta e ridurre i fiumi di denaro che ogni giorno entrano nelle casse della malavita.

La mobilitazione andrà avanti almeno fino al prossimo 12 novembre, quando verrà presentato a Catania (alle 18.00 presso la libreria Mondadori di corso Sicilia) il libro Leone bianco leone nero, un diario scritto da dietro le sbarre da Giuseppe Nicosia, arrestato per aver coltivato marijuana; all'incontro parteciperà Rita Bernardini, deputata radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera.

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venerdì 15 ottobre 2010

Emergenza sanitaria al carcere di Messina, nuova interrogazione di Rita Bernardini dopo la lettera di un detenuto



INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA (presentatrice: on. Rita Bernardini)

Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Al Ministro della Giustizia
Al Ministro della Salute

Per sapere, premesso che:
la firmataria del presente atto è presentatrice dell'atto di sindacato ispettivo 4-08158, pubblicato lunedì 26 luglio 2010 in occasione della seduta della Camera n.358;
l'interrogazione a risposta scritta faceva riferimento alla drammatica situazione - dal punto di vista strutturale, funzionale, igienico e sanitario - del carcere Gazzi di Messina;
i fatti descritti a seguito della visita ispettiva effettuata il 17 luglio 2010 erano così gravi che l'interrogante trasmetteva il testo della suddetta interrogazione alla Procura della Repubblica di Messina;
come sempre accade in questa legislatura, nessuna risposta è giunta alla presentatrice e agli altri firmatari dell'interrogazione da parte dei ministri interrogati;
in data 13 ottobre 2010 la firmataria del presente atto riceveva dal sen. Salvo Fleres, garante per i detenuti della Regione Sicilia, una lettera a lei indirizzata proveniente proprio dalla Casa Circondariale Gazzi, lettera il cui testo si riporta integralmente:

“Egregia on. Bernardini Rita, chi vi scrive è un detenuto del carcere di Gazzi che tra l’altro ho avuto il piacere di conoscerla quando ero al così detto ma non di fatto “reparto sosta”. Come prima cosa le chiedo di accettare le mie scuse per non firmare con il mio giusto nome e cognome questo mio scritto, le ragioni sono perché non vorrei che l’amministrazione carceraria prendesse dei provvedimenti sulla mia persona! Perché per quanto può essere ingiusto la nostra posta viene aperta o addirittura non recapitata. Preferirei essere chiamato con un nome di fantasia “Felipe”.
All’epoca della sua visita in questo istituto durante il nostro colloquio le esponevo alcuni fatti gravosi che dovevamo subire: fra cui il sovraffollamento delle celle di cui se si ricorda dovevamo convivere in 13 in una cella che ne doveva ospitare soltanto 4 persone, oltre le persone, dovevamo convivere con i topi per non parlare delle condizioni sgradevoli igienico sanitari, inoltre dovevamo convivere con persone con gravi patologie.
Oggi le scrivo per fargli presente che la maggior parte di noi dopo nove mesi e più abbiamo avuto la possibilità si salire al “reparto camerotti”. Devo dire che siamo passati dalla stalle alle stelle, qui abbiamo un bagno dignitoso, un reparto a prima vista pulito e la possibilità di frequentare alcuni corsi messi a disposizione da questo istituto. Ma per quanto riguarda la capienza dei detenuti in una cella devo dire che è peggiorata perché in un cubicolo di due persone ne siamo sei. Lascio immaginare a lei come si può vivere dignitosamente in sei metri quadri.
Il vero motivo che mi preoccupa e mi angoscia e devo dire che non sono l’unico detenuto ad essere preoccupato ma siamo seriamente preoccupati tutti i detenuti di ogni reparto. Il motivo di questa nostra preoccupazione è dovuto al fatto che questi bravi dottori che operano all’interno dell’istituto e un ringraziamento va al direttore di questo carcere per averci dato la possibilità di convivere con persone affette da malattie gravi come l’aids, e cosa molto più grave, con malati di tubercolosi.
Le faccio presente che malgrado le nostre giuste preoccupazioni e la nostra disponibilità nel farci fare le analisi del sangue ci viene negato questo nostro diritto assicurandoci solo con fandonie che non c’è nulla di preoccupante. A suo dire basta un colpo d’occhio alle visite mediche per capire se qualcuno ha contratto qualche malattia. Per intanto non capisco perché il detenuto R.G. presumibilmente affetto da tubercolosi sia stato trasferito e isolato al reparto del centro clinico? E i 5 compagni di stanza vengono muniti di mascherina, e viene vietato a loro qualsiasi attività comune, tipo l’aria la fanno da soli, i colloqui non li possono fare, ecc. ecc. Per tanto noi tutti percepiamo la presenza di qualcosa di grave preoccupandoci per la nostra salute e quella dei nostri famigliari che ci vengono a trovare!
Per tanto vi chiedo nuovamente di poter avviare un’indagine su tutta questa storia prima che la situazione possa seriamente degenerare con conseguenze molto più gravi e disastrose per tutti noi e i nostri famigliari. Concludo con il dirvi che se l’amministrazione carceraria non prenderà subito provvedimenti noi detenuti saremo costretti a manifestare una rivolta! Preciso che non si può scherzare con le nostre vite e quelle delle nostre famiglie. Fiducioso in un vostro intervento ringrazio anticipatamente”.

A fronte dell'aspetto migliorativo del trasferimento - dopo nove mesi! - dal reparto denominato "la sosta" ai cosiddetti camerotti che continuano ad essere sovraffollati ma perlomeno con bagni più dignitosi e con celle più pulite, sotto l'aspetto sanitario la situazione permane allarmante per il pericolo di diffusione di malattie infettive, in particolare la tubercolosi, visto che i detenuti attraverso la lettera sopra riportata fanno sapere di avere avuto contatti con altri carcerati che attualmente si troverebbero in isolamento, dotati di mascherine, senza la possibilità di effettuare colloqui e di frequentare le ore d'aria insieme agli altri;

quale sia l'attuale situazione strutturale, funzionale, igienica e sanitaria della Casa Circondariale di Gazzi a Messina;

se e quanti detenuti siano ancora ristretti presso il reparto denominato "la sosta" e se tale reparto sia stato bonificato dal punto di vista igienico-ambientale;

quali controlli e misure siano stati adottati per scongiurare il rischio della diffusione di malattie contagiose quali la tubercolosi non solo fra i detenuti ma anche fra il personale costretto ad avere contatti con i portatori di tali pericolose patologie;

se intendano rispondere alle tanti urgenti domande poste nell'interrogazione n. 4-08158

domenica 10 ottobre 2010

Cannabis: legalizziamola, contro le mafie. Da domani al via mobilitazione antiproibizionista



Comunicato dell'associazione Radicali Catania

Catania, 10 ottobre 2010


Cannabis: legalizziamola, contro le mafie. Da domani al via mobilitazione antiproibizionista.

Inizia domani, con un volantinaggio a partire dalle 12.00 davanti la facoltà di Lettere e Filosofia, una mobilitazione promossa dall'associazione Radicali Catania per denunciare i risultati fallimentari della politica proibizionista sulle droghe e informare sulla possibile, e sempre più necessaria, alternativa della legalizzazione e della regolamentazione.

La campagna "Cannabis: legalizziamola, contro le mafie" andrà avanti per diverse settimane con volantinaggi e iniziative nelle facoltà universitarie, nelle scuole superiori, nelle strade e nei luoghi di ritrovo notturni.

Le lotte antiproibizioniste radicali saranno al centro del prossimo congresso di Radicali Italiani che si svolgerà a Chianciano Terme dal 29 ottobre al 1°novembre. Il 12 novembre avrà luogo a Catania la presentazione del libro Leone bianco leone nero, un diario scritto da dietro le sbarre da Giuseppe Nicosia, arrestato per coltivazione di marijuana: un incontro aperto in cui si discuterà di droghe e carcere, con la presenza dell'autore e di Rita Bernardini, deputata radicale e membro della Commissione Giustizia della Camera.

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