martedì 13 maggio 2008

Utilizzare i fondi pro handicap per progetti ad personam



Intervento di Gabriella Villari, apparso su La Sicilia del 13 maggio 2008

Si deve gridare allo scandalo quando si giunge a conoscenza che i programmi politici pro handicap, degli amministratori catanesi, non si curano delle esigenze primarie dei disabili, non attuando quegli interventi di vitale importanza che migliorerebbero la loro qualità della vita. È fuori di ogni dubbio che il progetto "Libertà di Sentiero- Natura senza barriere" promosso dal Comune, inteso a dar vita ad un turismo accessibile, sia molto interessante. Ma chiedo al commissario straordinario come un disabile non autosufficiente possa partecipare alle attività turistiche sul parco dell'Etna e nell'Area marina protetta dell'isola dei Ciclopi, alle attività didattiche e agli stage di formazione, se è privo di quell'assistenza domiciliare, prevista dalla L.162/98 che consente di avere una vita indipendente, ossia, la presenza di un operatore, anche 24h/24, che gli consenta di alzarsi al mattino, lavarsi, vestirsi, mangiare e svolgere tutte quelle attività vitali necessarie per poi avere la possibilità di godere delle gite turistiche. Senza un'assistenza mirata al tipo di handicap il disabile resta chiuso in casa in completa solitudine. Spontaneo sorge il dubbio. Se ci sono fondi da destinare a progetti pro Handicap, perché gli amministratori in primo luogo non verificano quali siano le esigenze primarie dei cittadini non autosufficienti; in base a questi si potrebbero programmare interventi mirati alla persona (L. 162/98 e L.328/2000). È scandaloso il fatto che il Comune, avendo la possibilità di reperire fondi destinati all'Handicap, utilizzi i medesimi per attività certamente piacevoli ma non essenziali e fondamentali per assicurare a quest'ultimi una vita dignitosa. Il turismo senza barriere è un fatto di civiltà e democrazia che ottempera le pari opportunità previste dall'art. 3 della Costituzione. Tuttavia ritengo che sia prioritario abbattere le barriere nelle AUSL cittadine, per consentire alle persone con mobilità ridotta di accedervi senza disagi ed assicurare loro il diritto alla salute (art. 32 della Costituzione). I progetti pro Handicap non finalizzati a dare priorità all'esigenze primarie dei destinatari, non sono, forse, frutto di una politica demagogica che in periodo elettorale fa dire ai politici "noi facciamo, noi pensiamo ai disabili"? Finite le elezioni i portatori di handicap sono dimenticati e le loro esigenze di vita rimosse.

Gabriella Villari